Galeotto fu l’inceneritore di Roma, di nuovo. Donatella Bianchi chiude definitivamente le porte ad un ticket con Alessio D’Amato per la corsa alle regionali del Lazio.
Ieri l’assessore alla Sanità e candidato di Pd e Terzo Polo alla presidenza, aveva chiesto ai 5 Stelle di ripensarci e di provare a costruire un accordo. Ma per la candidata di Giuseppe Conte non ci sono margini anche e soprattutto per la questione dell’inceneritore di Santa Palomba, "che rappresenta – ha detto la giornalista - solo un'occasione persa". Per Bianchi l'impianto che vuole Gualtieri "costerà tantissimo a tutti i cittadini" e quando sarà ultimato, "tra sei o sette anni, sarà già obsoleto".
Inatteso dunque l’appello degli intellettuali del centrosinistra che speravano in una corsa unitaria dei giallo rossi. Tira un sospiro di sollievo il Terzo Polo, che era già pronto a cercare un candidato alternativo qualora fosse andato il porto l’accordo tra Pd e M5S.
Ci sarebbe invece l’intesa tra i dem sulla del 26 febbraio per lo svolgimento delle primarie, quindi una settimana dopo quel 19 febbraio che è stato indicato un mese fa. Il motivo sarebbero proprio le elezioni Regionali di Lazio e Lombardia del 12 febbraio, e la decisione di posticipare quella che è forse la fase più attesa del percorso costituente dei dem, sarebbe scaturita dalla necessita di attenuare dunque i contraccolpi del voto sui gazebo.
Dal Nazareno, però, filtra la posizione di Enrico Letta: "Per il segretario il giorno per le primarie resta quello del 19. Eventualmente sarà la Direzione della prossima settimana a valutare la richiesta.
Un’altra data da segnare sul calendario è, infine, quella del 24 gennaio quando all’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, arriverà il nuovo direttore che prenderà il posto di Nicola Magrini. La prima vittima a cadere sotto il movimento degli ingranaggi dello spoil system del governo Meloni, il meccanismo attraverso il quale si ridistribuiranno decine delle poltrone di alti dirigenti della pubblica amministrazione.
Il processo ha preso il via con la rimozione di Giovanni Legnini dal ruolo di commissario straordinario del governo per la ricostruzione del sisma del 2016 e anche alla direzione generale del Tesoro si sente vento di cambiamento. Molto critica l’opposizione che protesta per le scelte dal governo.
Quindi l’unica cosa che non va in cenere, mai, è la polemica.