Ultimi aggiornamenti dalla guerra in Ucraina, dove si è giunti al giorno 319 del conflitto. Dopo le parole di Papa Francesco di questa mattina, in un nuovo invito alle parti coinvolte a cessare le ostilità, nuovi bombardamenti russi sono stati registrati a Kurakhovo, nella regione di Donetsk, nell'est dell'Ucraina. Lo riportano i media locali, che parlano di tre vittime e quattro feriti dopo un raid di Mosca in un mercato a Kharkiv. In particolare, a rimanere uccise sono state tre donne, mentre tra i feriti ci sarebbe una bambina di 10 anni.
L'esercito ucraino ha riferito di una "violenta battaglia" in corso oggi, lunedì 9 gennaio, a Soledar, nei pressi di Bakhmut: secondo quanto riportato dal Guardian, il Paese invaso starebbe respingendo costanti attacchi nella città della regione orientale di Donetsk, ad opera del gruppo russo di mercenari Wagner. Dall'Ucraina parlano di "perdite significative" tra le fila nemiche, con i soldati che si sarebbero "nuovamente ritirati".
Intanto Dmitry Peskov, addetto stampa di Vladimir Putin, è tornato sul tema delle forniture di armi all'Ucraina da parte dell'Occidente: secondo secondo quanto riferito dall'agenzia Ria Novosti, Peskov ha spiegato che "non cambierà nulla".
Due volontari britannici, Andrew Bagshaw e Christopher Perry, risultano scomparsi dallo scorso venerdì 6 gennaio: l'ultima volta che si sono avute loro notizie i due si trovavano nei pressi di Soledar, nella regione orientale ucraina di Donetsk. Lo ha confermato la polizia ucraina, citata da Ukrinform.
Proprio il Regno Unito, da dove provengono i due volontari, sta valutando di aggiungersi alla schiera di Paesi in supporto a Kiev, fornendo per la prima volta carri armati da combattimento. Lo riporta Sky News, secondo le cui fonti dieci tank Challenger 2 potrebbero essere consegnati all'Ucraina, anche se non è ancora stata presa una decisione definitiva. Di diverso avviso, per ora, è la Germania, che non ha intenzione al momento di inviare carri armati Leopard 2 all'Ucraina. La conferma è arrivata da un portavoce del governo tedesco, in risposta all'ipotesi paventata ieri dal ministro dell'Economia Robert Habeck.
Rischia di finire nei guai l'attore russo Artur Smolyaninov, che sta affrontando accuse penali dopo presunti commenti "anti-Mosca" durante un'intervista. Lo riporta il Guardian, che riporta le parole dell'attore al giornale Novaya Gazeta Europe, ora bandito in Russia: Smolyaninov ha detto che avrebbe combattuto per l'Ucraina se fosse dovuto entrare in guerra.
Il Comitato investigativo di Mosca ha detto oggi di aver avviato un procedimento penale contro l'attore, che da mesi non vivrebbe più nel Paese.