Ritrovata dopo ottant’anni la statua mancante del Duomo di Milano, definita gargoyle: si tratta di un dragone alato di marmo di candoglia che era posizionato sulla guglia numero 6 del Duomo di Milano. 250 chili di peso per un metro e mezzo di altezza, la sua storia è strettamente legata a una pagina nera del passato meneghino e italiano, ossia la Seconda Guerra Mondiale.
Fu proprio durante i bombardamenti dei primi anni Quaranta che la scultura crollò e del suo destino non si seppe più nulla. Ma a quanto pare non si è mai smesso di cercarla, come dimostra l’indagine coordinata e conclusa con successo dai Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Monza, in collaborazione con la Procura di Milano.
Olanda, Belgio e Marche, per poi ritornare anche nei Paesi Bassi. Tuttavia, quest’ultima parte del tragitto è saltata poiché l’oggetto del percorso era ricercato da quasi un secolo: così la destinazione finale diventa il Duomo di Milano, a cui appartiene la gargolla ritrovata nei giorni scorsi ad Ancona.
La preziosa (e bramata) scultura era in possesso di un gallerista marchigiano, il quale pregustava già l’affare di una futura vendita alla Fiera dell’Arte e dell’Antiquariato di Maastricht, in Olanda. Purtroppo per lui le forze dell’ordine hanno intercettato le sue intenzioni, presentando anche una denuncia per ricettazione nei confronti dell’uomo, che però rivendicherebbe la titolarità dell’opera.
Ed è proprio quest’ultimo a ricostruire le tappe più recenti del percorso compiuto dal gargoyle. Acquistato nel 2018 da antiquario ignaro di ciò che custodiva tra le mani, per la cifra di circa 20mila euro, la statua fu riconosciuta per la prima volta da un restauratore olandese. Scorrendo all’indietro la macchina del tempo si arriva alla figura di Giuseppe Torno, importante famiglia dell’hinterland milanese. Adesso, chiaramente, si aprono miriadi di ipotesi sul percorso compiuto dalla statuetta alata dal quel giorno del 1943.