Il ministro Matteo Piantedosi prova a gettare acqua sul fuoco delle polemiche generate dalle sue parole sul naufragio di Cutro. Il titolare del Viminale è tornato sulle frasi pronunciate a poche ore dalla tragedia: "La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo le vite dei propri figli", aveva detto.
Nella sua intervista al Corriere della Sera, Piantedosi ha inoltre precisato di essere andato "subito sul luogo della tragedia per testimoniare il cordoglio per le vittime e la vicinanza ai superstiti a nome mio e di tutto il governo".
Il ministro dell'Interno ha preso le distanze da chi sostiene l'esistenza di un legame tra le nuove regole sugli sbarchi e l'ultima tragedia, che ha causato la morte di almeno 64 persone. Secondo Piantedosi, non vi è traccia di "alcun legame tra le nuove regole e il possibile aumento di morti in mare": nella rotta presidiata dalle Ong "non si è verificato alcun evento" che non sia stato "adeguatamente fronteggiato" da capitaneria e guardia di finanza.
Nel difendere le scelte di governo, insomma, il capo del Viminale ribadisce come non vi sia stato "alcun ritardo".
Nel frattempo, Piantedosi ha incontrato a Parigi il suo omologo francese Gérald Darmanin: sul tavolo c'era proprio il tema dei migranti, dopo il risalto mediatico della vicenda di Cutro. Il ministro dell'Interno del governo Meloni che ha fatto sapere di aver condiviso con l'autorità francese "propositi e progetti di lavoro congiunto molto interessanti, fino a immaginare missioni congiunte in Paesi di fondamentale importanza come Tunisia e Libia".
Dal canto suo, Darmanin ha affidato a Twitter le proprie considerazioni dopo il faccia a faccia con Piantedosi.
Sulla vicenda, intanto, è intervenuto anche il segretario generale Onu Antonio Guterres.
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