E' stato proposto il cambio dei nomi delle strade a Torino intitolate a episodi legati al passato colonialista del nostro Paese, perplesso il centrodestra e parte della maggioranza.
La città di Torino potrebbe dire cambiare il nome delle strade che richiamano al passato colonialista dell'Italia. L'assessore comunale ai diritti Jacopo Rosatelli ha spiegato che quelle vie, monumenti o targhe commemorative possono essere veicolo di un messaggio che esalta il passato coloniale. In effetti sono diverse le strade del capoluogo piemontese a ricordare il colonialismo italiano come via Tripoli e piazza Bengasi. La riflessione ha fatto discutere e nel breve periodo sono arrivate subito le prime opposizioni al cambio di nome delle strade o delle piazze. L'ex candidato a sindaco del centrodestra Paolo Damilano è contrario e ricorda che la censura non ha portato mai a nulla di positivo e si chiede: "Davvero la rivisitazione dei nomi delle vie rappresenta un problema prioritario per Torino e per i torinesi?". Contrario anche il vicecapogruppo di Forza Italia Domenico Garcea, che ritiene che la memoria sia nelle culture del passato, "che non possono essere cancellate con un colpo di spugna".
In dubbio anche la maggioranza. Simone Fissolo dei Moderati si dichiara contrario, dicendo che: "Non cancellare, ma raccontare" e aggiunge "Sarebbe più opportuno mappare i nomi degli attivisti fascisti e intervenire su quelli". Nel Partito democratico si schiera contro l'ex parlamentare Davide Gariglio che definisce l'idea di rimuovere i nomi delle strade come una pratica di cancel culture. Contrario anche il capogruppo Movimento 5 Stelle Andrea Russi.
Il piano contro il razzismo non prevede solo il cambio dei nomi delle strade infatti affiancherà altri servizi. Nel 2021 le segnalazioni registrate dal Nodo metropolitano contro le discriminazioni sono state 164, con un aumento costante negli anni, 59 nel 2019 e 103 nel 2020. Mentre per quanto riguarda la regione Piemonte nel 35,7% dei casi si tratta di discriminazioni etniche: altri tipi di discriminazione sono poi legate alla disabilità (31,3%) e all'orientamento sessuale (12,4%). Il piano è stato presentato a Palazzo Civico in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale.