Buone notizie sul fronte del lavoro in Italia: l’occupazione è in forte crescita dopo la frenata dell'ultima parte del 2022. Nel primo bimestre del 2023 si registrano infatti ritmi superiori a prima della pandemia. Secondo l'ultimo Rapporto Bankitalia-ministero del Lavoro e Anpal, infatti, dopo il forte calo nella seconda metà del 2022, nei primi 2 mesi del 2023 la domanda di lavoro nel settore privato non agricolo è tornata a crescere a ritmi sostenuti: sono stati creati oltre 100mila posti, al netto delle cessazioni.
Nonostante l’aumento dei tasso di occupazione di questi ultimi mesi, l’Italia continua a essere fanalino di coda in Europa: per tasso di occupazione globale (60%), dove persino la Grecia fa meglio con il 60,6% (69,9% media europea); per occupazione femminile (51%, come la Grecia, contro il 64,9% dell’Ue); per occupazione giovanile, dove è terzultima tra i 27 Paesi Ue (19,8% contro una media del 34,7%); per occupazione senior, dove fanno peggio solo Grecia, Croazia Romania e Lussemburgo (54,9% il dato italiano, 62,6% la media europea). Oltre a questi dati, non si possono poi trascurare alcuni elementi di criticità, legati sia a fattori esterni, come l’impennata inflattiva e le difficoltà di reperimento di materie prime ed energia, sia intrinsechi al mercato stesso, a cominciare dall’evidente questione del mancato incontro tra domanda e offerta di impiego.
La domanda di lavoro nel settore è tornata a crescere, ma non in tutti i settori. L’industria manifatturiera e quella delle costruzioni hanno realizzato il massimo di avviamenti stabili, mentre turismo e servizi – fruitori di contratti a termine e/o stagionali – hanno avuto avviamenti nella prima metà dell’anno, per poi azzerarli o andare addirittura in negativo. Tale quadro evidenzia quindi un profondo gap nel mercato del lavoro.