Sono 1436 i migranti ospiti dell’hotspot di Lampedusa dopo una nuova ondata di sbarchi sulle coste dell’isola. Nelle ultime ore il porto ha accolto 679 persone, giunte su 23 piccole imbarcazioni diverse, soccorse dalla Guardia costiera e dalle motovedette delle fiamme gialle. Fra loro moltissimi sono donne, adolescenti e bambini, anche piccolissimi.
Su un barchino di 7 metri che trasportava 38 migranti, di cui 8 minori, c’era anche un morto. L’uomo sarebbe stato colto da malore dopo essersi buttato in acqua per provare a spingere a largo l’imbarcazione. Nel gruppo, partito dalla Tunisia alle 20 di venerdì, per lo più persone originarie di Costa d'Avorio, Guinea, Camerun e Nigeria.
Tutti i migranti di questi ultimi sbarchi sono finiti nell'hotspot di Lampedusa, per l'ennesima volta saturo considerando gli appena 400 posti disponibili. Solo qualche giorno fa il sindaco dell’isola, Filippo Mannino, scriveva una lettera al Papa per sfogare la sua grande amarezza in seguito al doppio naufragio in area Sar Maltese che ha portato sul molo le salme di otto migranti.
La stessa missiva è stata indirizzata anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Ma a rispondere, al momento, solo il Pontefice che ha invitato il primo cittadino in Vaticano, non appena terminate le celebrazioni pasquali.
Intanto circa 400 persone sarebbero in pericolo nel Mediterraneo, secondo quanto riporta in un tweet Alarm Phone, il call center per i migranti in difficoltà. Abbiamo ricevuto una chiamata da una barca in pericolo partita dalla Libia. Abbiamo informato le autorità, ma nessuna operazione di salvataggio è stata confermata, scrive l’organizzazione.
L’obiettivo dell’allarme è evitare un’altra tragedia in mare, dopo il naufragio al largo delle coste della Tunisia, dove nella notte di venerdì, hanno perso la vita altre 35 persone.
Un centro accoglienza, un fondale marino e tutto un contesto ormai al collasso.