Secondo e ultimo giorno di lavoro per i leader del G7 a Sapporo, in Giappone, dove si attendono nuovi accordi sul clima. In un comunicato, si apprende di nuovi passi in avanti sui temi dell'abbandono della plastica e dei combustibili fossili, ma non tutto è perfetto.
Questo il primo messaggio sottoscritto dal Gruppo dei Sette, di fatto allargando le vedute su un tema che, per esempio in Europa, è già al centro degli obiettivi ambientali futuri. Il Ministro dell'Ambiente tedesco, Steffi Lemke, ha definito "ambizioso" il nuovo impegno sottoscritto. Per raggiungere questo traguardo, in maniera progressiva, si promuoverà il consumo e la produzione sostenibile di plastica, aumentando la loro circolarità nell'economia e la gestione ecologica dei rifiuti.
Secondo i dati disponibili, la quantità di rifiuti di plastica è raddoppiata a livello globale negli ultimi 20 anni e solo il 9% viene riciclata con successo. Parallelamente, le Nazioni Unite affermano che il volume di plastica che entra negli oceani sarà quasi triplicato entro il 2040. Insomma, una previsione da scongiurare.
L'altro grande tema in materia di clima discusso dai membri del G7 riguarda la decarbonizzazione. In Europa sappiamo che l'argomento è delicato e già normato da una serie di regole stringenti e di obiettivi già prefissati dalla Commissione. Da parte dei presenti in Giappone viene confermato l'impegno a utilizzare sempre più energia pulita e rinnovabile, tuttavia non è stata fissata una data per la graduale eliminazione delle centrali elettriche a carbone.
Ci sono delle piccole vittorie individuali, come quella del Giappone in merito all'utilizzo dell'idrogeno e del carbone pulito. Nella dichiarazione congiunta di fine lavori si definisce "critico" il decennio degli anni Venti, verso cui servono "azioni immediate, a breve e medio termine". Al contempo, la Cina e altri Paesi in via di sviluppo aumentano le richieste di maggiore supporto finanziario per l'eliminazione graduale dei combustibili fossili e per la stabilizzazione dei prezzi e delle forniture energetiche, in seguito alle interruzioni dovute alla guerra della Russia contro l'Ucraina.
In sintesi, l'energia pulita dovrà essere predominante nel cosiddetto "mix energetico", il che non esclude l'alimentazione tramite combustibili fossili. Stando ai dati, i Paesi del G7 rappresentano il 40% dell'attività economica mondiale e il 25% delle emissioni globali di carbonio.