L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (Inps) ha pubblicato sui propri portali il report sui flussi delle pensioni relativi al primo trimestre 2023.
A decorrere dal 31 marzo scorso, sono state accreditate 175mila nuove pensioni, -26% sullo stesso periodo del 2022. Spicca in particolare il calo delle pensioni anticipate, scese del 38%. L’anno scorso furono oltre 827mila quelle riconosciute.
Un primo, brusco riflesso degli effetti di Quota 103, il nuovo meccanismo entrato in vigore quest’anno al posto di Quota 102: favorito chi ha più anni di contributi verso l’Agenzia rispetto all’età anagrafica (su cui si basava anche Quota 100). Molto sottotono anche il ricorso a Opzione Donna, appena 151 assegni staccati rispetto agli oltre 4mila di dodici mesi addietro.
I dati sulle pensioni del primo trimestre 2023, le cifre salienti.
Oltre a quelle sopra citate c’è l’impatto percentuale delle pensioni anticipate erogate dall’Inps: il 25%. Valore che diventa il 36% per la gestione dei lavoratori dipendenti e al 44% per quella dei dipendenti pubblici.
Il monitoraggio certifica anche un calo dell’importo medio della singola pensione: si passa da 1.161 a 1.111 euro, con un leggero aumento per le pensioni superstiti (+28 euro, da 789 a 817 euro).
Enormi e ampie le differenze di genere: 1.357 l’assegno staccato per ogni maschio (1.383 nel 2022), 904 per ciascuna donna (987 il precedente dato): una forchetta di un terzo (il 33,38% in meno).