Dopo i fatti di Casal Palocco il governo studia una stretta sugli Youtuber con pene fino a 5 anni di carcere per coloro che realizzano e diffondono video dai contenuti estremi. La violenza e l’istigazione alla violenza è sempre sbagliata qualsiasi sia il mezzo che si utilizza. Tuttavia credo sia un errore demonizzare solo i social. Bisogna educare all’uso dei social, ha detto David Lazzari, presidente nazionale del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP), al Tg Plus di Cusano Italia Tv condotto da Aurora Vena.
L’incidente di Casal Palocco a Roma, dove ha perso la vita il piccolo Manuel di 5 anni, ha innescato una riflessione del governo su un reato per punire chi produce video in cui si esaltano condotte illegali o si istiga alla violenza.
I ragazzi ormai sono iperconnessi – continua il professore - ma non abbiamo fatto niente per dare una consapevolezza, un’educazione. Se non c’è una psiche consapevole e attenta si rischia di diventare dipendenti degli stimoli che arrivano dall’esterno. Non c’è dubbio che una delle cose che la scuola oggi deve fare, oltre alla famiglia, è fornire ai ragazzi strumenti e risorse psicologiche per potersi confrontare con questa tecnologia.
Sono gli adolescenti di oggi ad aver perso il senso del limite o è una cosa comune da sempre nei giovani?
Il rischio e la sfida sono connessi all’adolescenza – spiega Lazzari. Quello che c’è di nuovo è il cambiamento di un contesto sociale che negli ultimi 50 anni ha avuto delle trasformazioni incredibili di cui noi non prendiamo atto. Trasformazioni che hanno messo in crisi gli ingredienti naturali dello sviluppo psicologico. Oggi si parla di desertificazione della psiche. Perché lo sviluppo psicologico non è qualcosa di scontato che avviene in automatico ma ha bisogno degli ingredienti giusti. La trasformazione del contesto sociale ha fatto venir meno molti di questi ingredienti. Mentre d’altro canto la società è diventata più complessa: piena di sfide e anche piena di tentazioni. Come usare i social in un certo modo o inventarsi delle professioni che usano delle scorciatoie per arrivare al successo.
I social sono uno strumento e come tale possono essere usati bene o male. Si ragiona si quale responsabilità hanno gli adulti davanti a questa ‘alienazione’ da social network.
I ragazzi hanno bisogno dell’adulto da un pinto di vista affettivo ma anche da un punto di vista delle regole e dell’educazione. Siamo passati da un contesto eccessivamente rigido in passato, a un contesto quasi di abbandono di questo ruolo educante. Bisogna trovare il senso del ruolo sia dei figli che dei genitori. Dialogo non significa non dare regole o non assumersi delle responsabilità. Dialogo non significa non dare esempio. I nostri figli imparano da ciò che facciamo, dagli esempi non dalle cose che diciamo. È evidente che dobbiamo ritrovare anche il senso della verità e del significato delle cose. Non è vero che tutto è uguale. Non è vero che l’apparire è uguale all’essere. Non possiamo far passare il rame per oro, conclude Lazzari.