Terminata la cabina di regia sul Pnrr, il ministro competente Raffaele Fitto torna sull'argomento in una conferenza stampa convocata a Palazzo Chigi.
Sul tavolo della riunione, alla quale erano presenti tutti i ministri della squadra Meloni, le modifiche della quarta rata del Piano. La cabina di regia ha approvato le modifiche agli obiettivi relativi alla quarta tranche.
Il timore che aleggiava nelle stanze di governo era che i 16 miliardi in ballo potessero slittare al 2024, con inevitabili ripercussioni sui conti pubblici. Un'ipotesi non allontanata del tutto dallo stesso commissario Ue Paolo Gentiloni, che aveva sottolineato come la Commissione non procederebbe "mai a un esborso se non saranno raggiunti gli obiettivi".
A tal proposito, l'Italia ha condiviso con la Commissione europea 10 modifiche su 27 obiettivi che oggi hanno ottenuto il via libera. Sotto la lente d'ingrandimento c'era anche una revisione generale del Pnrr in vista della prossima scadenza, fissata al 31 agosto.
Una vicenda che ha scatenato la secca replica del Pd, con Elly Schlein che ha chiesto chiarezza alla premier Giorgia Meloni. Dal canto suo, Fitto è tornato a predicare calma, dopo che nei giorni scorsi si era detto ottimista sulla terza rata, il cui processo di erogazione sarebbe giunto, a suo dire, "alla fase conclusiva".
Il ministro per gli Affari europei e il Pnrr lo ha confermato: a breve l'Italia chiederà la quarta rata del Piano. Decisive le modifiche agli obiettivi della quarta rata del Pnrr, concordate oggi durante la cabina di regia.
Un vertice che ha consentito all'esecutivo di "mantenere fede al percorso stabilito", e "di chiedere l'intera quarta rata nei prossimi giorni, non immaginando un definanziamento, senza decurtazioni". Il governo rispetterà la deadline del 31 agosto per modifiche e revisioni. Intanto, Fitto smentisce la convocazione d'urgenza della riunione, "una fake news".
Il ministro ha dunque tagliato corto sulle "polemiche sterili" dell'opposizione, ribadendo come "centrare gli obiettivi" vada negli interessi non solo del governo "ma del Paese".