L'opposizione non ci sta, nel giorno in cui il governo esce allo scoperto, prima con la ministra del lavoro e poi con un emendamento, si affossa definitivamente l'idea che si possa arrivare ad un accordo politico per il salario minimo.
Per la segretaria del partito democratico questa maggioranza non ha interesse nel risolvere i problemi dei lavoratori e anzi guarda solo ai profitti e alla propaganda.
La prima mossa decisiva arriva dalla maggioranza che con un emendamento soppressivo presentato in commissione Lavoro alla Camera. Sostanzialmente dirà no alla proposta di legge unitaria presentata dalle opposizioni che punta a riconoscere una paga minima di 9 euro l'ora.
Opposizioni tutte? Non proprio, Italia Viva infatti ha deciso di intraprendere una strada tutta propria con una proposta che più che dare slancio alla riforma porta alla luce altre contraddizioni. Una sorta di autogol che non aiuta certo la realizzazione del salario minimo.
Nella maggioranza si sono affrettati nello spiegare che tale iniziativa è arrivata perché costretti da una metodologia discutibile delle opposizioni.
Già la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone aveva chiuso ogni spiraglio con una frase che non è piaciuta a nessuno se non alla maggioranza.
Peccato che la stessa ministra non ricorda come molti contratti nazionali sono scaduti da anni e sembra che il governo Meloni abbia voglia di lavorare in questo campo. A partire dal contratto nazionale dei lavoratori del trasporto aereo scaduto da 6 anni e in sciopero in questi giorni.