Roberto Saviano si appresta a tornare in Rai a novembre, ma c'è chi lo ritiene "incompatibile a poter condurre una trasmissione sulla tv di Stato" dopo il suo attacco a Matteo Salvini. In questi giorni lo scrittore ha definito il vicepremier "il ministro della Mala Vita" in un tweet, finendo nel mirino della maggioranza.
E così, a fare quadrato intorno a Salvini sono intervenuti vari esponenti di Lega e Fratelli d'Italia, pronti a scagliarsi contro Saviano e chiamando in causa i vertici Rai.
Tra gli altri il senatore di FdI Raffaele Speranzon, componente della commissione di Vigilanza Rai, parla di "parole indecenti".
Dello stesso avviso il deputato del partito di Giorgia Meloni, Gianluca Caramanna, anche lui componente della commissione di Vigilanza Rai.
Sono in tanti, lo dicevamo, i deputati e i senatori che hanno preso le difese del ministro delle Infrastrutture. Del suo stesso partito fa parte Giorgio Maria Bergesio, senatore e capogruppo della Lega in Vigilanza Rai.
A fargli eco anche Tilde Minasi, senatrice e componente della Lega in Vigilanza Rai, che parla di "chiara offesa alle nostre istituzioni" e definisce l'autore di Gomorra "inaccettabile e inappropriato".
Elena Maccanti, deputata della Lega e componente della commissione Vigilanza Rai, pone l'accento sulla decisione della Rai "di tagliare il programma di Filippo Facci".
Maccanti continua definendo "ancora più discutibile" la presunta "doppia morale" di Saviano, che "ha lavorato con Mondadori di Berlusconi e ora nella tv di Stato con il centrodestra".
Anche Gianni Berrino, senatore di Fratelli d'Italia e componente della commissione di Vigilanza Rai, riterrebbe "inspiegabile la conferma di Saviano alla conduzione di una trasmissione per la tv di Stato". Ancor più se si considera "l'attenzione che la Rai ha rivolto, soprattutto negli ultimi tempi, ai linguaggi usati".
Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d'Italia al Senato, conclude la polemica invitando a "riflettere sull'opportunità di affidare a Saviano uno spazio in Rai"