Da settembre 2023, una rivoluzione nella gestione delle misure contro la povertà vedrà la luce grazie alle nuove iniziative approvate dalla Legge n. 85 del 2023. Queste innovazioni, delineate nei recenti decreti ministeriali, mirano a sostituire il precedente modello del reddito di cittadinanza. Parliamo ovviamente del Supporto Formazione e Lavoro 2023, il cui decreto, tanto atteso, è stato pubblicato sul sito del Ministero del Lavoro.
Le misure prese in considerazione che vanno a sostituire il reddito di cittadinanza, soprattutto a livello di integrazione professionale, sono due:
Assegno di inclusione: questa iniziativa, che sarà operativa da gennaio 2024, è rivolta a famiglie con minori, anziani e disabili.
Supporto Formazione e Lavoro: pensata per i disoccupati tra 18 e 59 anni che non beneficiano di altre forme di indennità, questa misura diventerà effettiva dal 1° settembre 2023.
Il programma del Supporto Formazione e Lavoro mira a promuovere l'inclusione sociale e lavorativa offrendo percorsi formativi e opportunità lavorative. L'indennità proposta è di 350 euro e può durare fino a un anno.
Il Ministero del Lavoro ha rilasciato informazioni sul funzionamento della misura tramite un decreto, ora in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Una volta che l'Inps fornirà istruzioni specifiche, il programma sarà pienamente operativo.
I potenziali beneficiari devono:
Per usufruire del SFL, i candidati devono inoltre soddisfare certi requisiti patrimoniali, immobiliari e altri parametri definiti per l'Assegno di Inclusione. Quest'ultimo, come menzionato, è un altro intervento sostitutivo del reddito di cittadinanza, destinato a specifici nuclei familiari e che verrà attivato a gennaio.
Il Sistema Informativo per l'Inclusione Sociale Lavorativa (SIISL) rappresenta la piattaforma cardine per chi desidera accedere al Supporto. Questo portale telematico fornisce tutte le informazioni necessarie e funge da punto di contatto tra gli interessati e l'ente gestore, l'Inps.
Infatti, questa piattaforma gestirà le richieste e coordinerà i processi formativi e di orientamento, essenziali per ottenere il contributo economico mensile.
È essenziale notare che il Supporto formazione e lavoro non può essere cumulato con il Reddito di Cittadinanza, la Pensione di Cittadinanza o altri strumenti pubblici volti a integrare o supportare il reddito in caso di disoccupazione involontaria.
Per accedere ai benefici, è necessario sottoscrivere un "Patto di Attivazione Digitale". Questo documento, una volta firmato, implica un impegno da parte del beneficiario a collaborare con il servizio per il lavoro competente, definendo un percorso su misura.
Durante questa fase, il beneficiario deve:
Una volta autorizzata la richiesta dal competente ente, l'interessato verrà convocato, un invito che può essere comunicato sia tramite la piattaforma SIISL che attraverso SMS o e-mail. L'importanza della comunicazione è centrale, poiché attraverso queste modalità l'interessato verrà costantemente aggiornato su opportunità di lavoro, corsi di formazione e altre iniziative correlate.
Una volta firmato il patto, una vasta gamma di opportunità si aprirà al beneficiario. Queste includono:
Se il beneficiario individua autonomamente progetti formativi di suo interesse, è essenziale comunicarlo attraverso SIISL.
La partecipazione attiva a queste iniziative garantisce una indennità mensile di 350 euro. Questa somma viene erogata per un massimo di 12 mesi e viene trasferita direttamente dall'Inps tramite bonifico bancario. Tuttavia, per garantire la continuazione di questo beneficio, l'interessato deve confermare periodicamente, almeno ogni 90 giorni, la propria partecipazione alle iniziative previste. In assenza di questa conferma, il beneficio viene sospeso.
Il Supporto Formazione e Lavoro andrà richiesto dal soggetto interessato direttamente all’Inps per via telematica. Il percorso di attivazione dovrà essere effettuato tramite l’apposita piattaforma dedicata. Il trattamento dei dati personali, si legge nel decreto, sarà effettuato nel pieno rispetto delle norme vigenti.
La richiesta potrà anche essere presentata agli Istituti di patronato, mentre a partire dal 1° gennaio 2024 ci si potrà rivolgere anche ai CAF.