Antonio Tajani è pronto a parlare oggi al Palazzo di Vetro dell'Onu a New York. Diversi i temi che il ministro degli Esteri vuole portare sul tavolo, tra cui quello della gestione dei migranti che nelle ultime settimane sta tenendo banco in Europa. In una intervista rilasciata al Corriere della Sera, il leader di Forza Italia ha ribadito la necessità di una gestione collettiva del problema. Tajani incita a trovare soluzioni, ma non vuole assolutamente essere l'uomo degli slogan:
Le soluzioni vagliate da Tajani sono diverse: ricorda il centro Unhcr in Niger e immagina una situazione di contenimento dei migranti lungo le rotte, ma crede che questa possa essere una misura insufficiente e temporanea. Un'unione delle forze UE in una campagna navale - nuova missione Sophia - resterebbe un segnale di deterrenza e basta. Quale, allora la strategia migliore?
I centri di accoglienza non sono una soluzione efficace senza gli accordi, e l'intenzione del ministro degli Esteri è quella di fermare in partenza i flussi migratori. Fermare i trafficanti e impedire che i migranti continuino a intraprendere viaggi verso l'Europa per la sopravvivenza, sembrano gli obiettivi della visione strategica di Tajani. Si mostra fiducioso nella partecipazione dell'Europa al piano: critico sulle posizioni di Macron, sprona a ricordare che Lampedusa e l'Italia sono solo la punta dell'iceberg di un fenomeno più grande e complesso, e che si rischia "un esodo biblico".
Resta la fiducia nella democrazia, nel suo ruolo fondamentale di trattare e contenere il fenomeno dell'immigrazione. Confida in un intervento mirato di Meloni all'ONU, in un'ottica costruttiva di accordi e investimenti per l'Africa:
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