Molti professionisti freelance, all'inizio della loro carriera, si trovano davanti ad una scelta cruciale: operare come prestazione occasionale o aprire una partita IVA. Questa decisione dipende da diversi fattori, tra cui la frequenza di lavoro e le specifiche normative.
La prestazione occasionale rappresenta un'opzione ideale per coloro che intraprendono attività lavorative sporadiche. Esistono limiti ben definiti per operare in questo regime, ma se soddisfatti, offre un'alternativa alla complessità burocratica della partita IVA. Infatti, se si pensa di guadagnare non più di 5.000 euro svolgendo attività lavorative, allora la prestazione occasionale è decisamente più conveniente della partita IVA.
Come stabilito dall’articolo 2222 del Codice civile, la prestazione occasionale si definisce tale quando un individuo fornisce un servizio in modo non subordinato e sporadico.
Questa tipologia di prestazione lavorativa può essere usata da vari soggetti, come professionisti, imprenditori, associazioni, enti private e pubbliche amministrazioni, tra gli altri.
Al contrario, non può essere utilizzata da aziende in certi settori, come l’edilizia o l’agricoltura, e ci sono restrizioni relative al numero di dipendenti a tempo indeterminato.
Quali sono le regole chiave per operare con prestazione occasionale? Rispondiamo a questa domanda affermando che ci sono alcuni elementi che NON devono essere presenti, ovvero:
La somma totale guadagnata in un anno civile non deve superare i 5.000 euro per ogni lavoratore, mentre per il cliente il limite è di 10.000 euro per l'anno 2023. Oltrepassati questi limiti, il rapporto diventa un'assunzione a tempo indeterminato.
Le tariffe e i costi variano, ma una costante è la ritenuta d'acconto, generalmente del 20%. Se si superano i 5.000 euro, si entra invece nell'ambito dell'Inps, con l'obbligo di iscrizione e il pagamento di contributi.
Per chi ha intenzione di trasformare la propria passione in un business a tempo pieno, aprire una partita IVA è la scelta giusta. Questo consente maggiore libertà nella promozione dei propri servizi e prodotti. Inoltre, c'è la necessità di selezionare un regime fiscale appropriato.
La partita IVA è un numero identificativo che un imprenditore o professionista deve avere per poter esercitare la propria attività. Esistono specifiche categorie di soggetti, come gli artigiani e i commercianti, che necessitano obbligatoriamente di questa identificazione fiscale. Il processo per ottenerla inizia con una comunicazione all'Agenzia delle Entrate, specificando dettagli cruciali come il codice ATECO della propria attività.
Non si tratta solo di registrarsi. Mantenere una partita IVA comporta delle spese, sia iniziali che periodiche. Questi costi comprendono principalmente le spese per un commercialista, oltre a tasse e contributi legati alla natura dell'attività che si intende svolgere.
In Italia, quando si decide di aprire una partita IVA, ci si trova di fronte a una scelta tra vari regimi:
Spesso si pone la domanda: è meglio optare per una partita IVA o sfruttare la modalità della prestazione occasionale? La risposta dipende da vari fattori: