Il salario minimo bocciato dal Cnel non va giù a Maurizio Landini che attacca l'organo presieduto da Renato Brunetta, contestando la natura politica della sua decisione.
La bocciatura della proposta di salario minimo da parte de Cnel scuote la politica italiana.
Se, da un lato, esulta la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, per la quale il salario minimo "non serve", dall'altro, le opposizioni contestano aspramente il giudizio del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro presieduto da Renato Brunetta, con il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte che parla di "delitto perfetto".
Adesso arriva il commento durissimo del segretario generale della Cgil Maurizio Landini, da sempre in prima linea per la battaglia su questo tema. Durante una conferenza stampa organizzata nella sede della Cgil a Roma, Landini si affida a una battuta amara per giudicare la decisione del Consiglio.
La contestazione del segretario Cgil riguarda sia il metodo sia il merito delle scelte del governo sul salario minimo.
Sul metodo, non è piaciuta la decisione del governo di chiedere l'intervento del Consiglio su una questione politica, limitandone in questo modo l'autonomia e rendendo un organo consultivo paragonabile a una vera e propria "terza Camera".
Venendo al merito del documento redatto dal Consiglio, il vertice della Cgil contesta l'indicazione della contrattazione collettiva come via prioritaria da seguire per la regolamentazione dei salari.
Immediata è arrivata la replica, con un velo di ironia sarcastica, dell'attuale presidente del Cnel, Renato Brunetta, alle parole di Maurizio Landini.
Il Presidente del CNEL Renato Brunetta ha stasera consegnato al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il documento sul lavoro povero e il salario minimo approvato questa mattina dall’Assemblea. @Palazzo_Chigi pic.twitter.com/4JU506d2ci
— Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (@cnel_it) October 12, 2023