Miss Italia 2023 ha incoronato nuova reginetta della bellezza Francesca Bergesio. La 19enne originaria del Piemonte, già affermatasi come "Miss Guida Sicura 2023" è stata scelta come più bella d'Italia sabato 11 novembre da una giuria presieduta dal sottosegretario Vittorio Sgarbi e composta da Vittorio Cruciani, Hoara Borselli e Giulia Salemi.
Come ogni edizione che si rispetti, tuttavia, anche questo 84esimo appuntamento con la storica manifestazione di Salsomaggiore Terme è stato caratterizzato dalle polemiche. Non solo quelle di qualche settimane fa sulla partecipazione di Sgarbi - per giorni considerata in bilico - ma ora anche sulla vincitrice: la giovane Francesca è infatti figlia del senatore della Lega Giorgio Maria Bergesio.
A dare risonanza alla polemica per l'elezione a Miss Italia 2023 della giovane Francesca, figlia del senatore della Lega Giorgio Maria Bergesio, è stato, in particolare, Gad Lerner.
In un post su X - ex Twitter - il giornalista e conduttore ha infatti denunciato «l'egemonia culturale vista da destra» riconducendo la proclamazione della Miss e la classifica finale alle simpatie politiche della giura presieduta dal Sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi.
Questa lettura politica del risultato della manifestazione, tuttavia, è oggi fortemente respinta al mittente non solo dal senatore Bergesio, ma anche dalla stessa patron della manifestazione, Patrizia Mirigliani, in questa intervista esclusiva per TAG24.
Mirigliani, è soddisfatta dell'edizione di Miss Italia appena conclusa?
«Molto. L'edizione 2023 è stata fatta in assoluta autonomia, non essendo andata in onda su nessuna rete ma solo sul sito di Miss Italia. Nonostante questo, abbiamo ottenuto molto interesse da parte della stampa e delle televisioni.
Questo successo ci dice che il marchio Miss Italia vive indipendentemente dal network e ha una sua forza propria».
Le è dispiaciuto sia scoppiata una polemica perché la vincitrice è figlia di un senatore della Lega?
«Miss Italia è una manifestazione inclusiva e democratica: non esiste un regolamento che dice che se si è figlie di un senatore non si può partecipare. Negli anni ci sono state ragazze di varie estrazioni: addirittura tempo fa vinse Isabella Verney, una contessa.
A Miss Italia emerge la ragazza che piace più alla gente e alla giuria, dunque tutte queste polemiche sono assurde. Questa ragazza non può essere penalizzata perché ha il padre senatore: Francesca ha una vita tutta sua ed è una giovane molto intelligente in grado di argomentare benissimo le sue opinioni».
Anche Vladimir Luxuria, in un tweet, si è augurata che "un giorno a Miss Italia potranno partecipare anche le transessuali e non solo le figlie di papà", riaprendo una polemica di qualche mese fa.
«Queste sono valutazioni che si faranno. Io non precludo l'accesso a Miss Italia a nessuno. Tuttavia questa questione è stata posta solo dopo l'elezione, questa estate, di una ragazza transgender a Miss Olanda. Dover cambiare il regolamento in corsa per rispondere alle esigenza del 'politicamente corretto' mi sembrava assurdo».
È stata contenta che a presiedere la giuria sia stato confermato Vittorio Sgarbi, che peraltro ha parlato di Miss Italia come un bene culturale da difendere?
«Contentissima: Sgarbi è venuto non per il suo ruolo politico di sottosegretario ma perché è un esperto di arte. Le mie ragazze sono state quindi giudicate proprio come fossero delle bellissime opere e questa è stata una grande soddisfazione.
In questa edizione abbiamo avuto poi una giuria molto interattiva che ha saputo mettere a proprio agio le ragazze. Ne è derivata una trasmissione vivace che ha mostrato l'interattività delle concorrenti.
Tra l'altro, a fine manifestazione, ho chiesto alle ragazze chi avrebbero votato come Miss Italia. Ebbene, in moltissime mi hanno risposto con il nome di Francesca Bergesio. Questo fatto ci racconta come le donne abbiano una libertà di pensiero assoluta e come non siano in competizione tra loro come alle volte si racconta. In fondo, hanno vinto tutte e 40».
Sta già pensando all'edizione dell'anno prossimo?
«Adesso inizieremo le nostre valutazioni. Certamente quella di quest'anno è stata una grande prova dell'autonomia del concorso e della sua capacità di essere al passo con i tempi, malgrado i detrattori dicano sempre il contrario».
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