Gioia Tauro, un maxi sequestro sta avvenendo in queste ore da parte del comando dei Carabinieri di Reggio Calabria in coordinazione con la guarda di finanza. Il provvedimento è disposto dal Tribunale delle misure di prevenzione in concerto con il procuratore della Dda Giovanni Bombardieri.
Destinatario del procedimento è un imprenditore, affiliato alla 'ndrangheta "Pesce" di Rosarno, famiglia mafiosa di spicco della Piana di Gioia Tauro. A essere sequestrati sono beni immobili e mobili del valore di 7 milioni di euro.
Gli inquirenti affermano che l'imprenditore sia invischiato in attività di stampo mafioso sin dagli anni '80. Lo dimostrano le continue ricorrenze del suo nome in questioni legate al narcotraffico nel porto della città calabrese, attività usuraie e pressioni amministrative nel comune di Rosarno.
I militari stanno conducendo sin dal 2021 un'operazione antimafia contro la cosca "Pesce", rea di essersi impossessata della gestione del trasporto di merci su gomma e della distribuzione alimentare. La cosca avrebbe agito tramite l'imprenditore e un commercialista ora rinviati a giudizio.
L'imprenditore è accusato di aver messo in piedi un articolato sistema di intestazioni fittizie, per nascondere l'accumulo illecito di beni ed evitare, così, i sequestri, dei quali era già stato oggetto in passato.
Con l'aiuto di un commercialista, fatture, beni mobili e immobili e disponibilità finanziare venivano falsificati. L'uomo d'affari è rinviato a giudizio per associazione mafiosa e trasferimento fraudolento di beni aggravato dal metodo mafioso.
Fra i beni sequestrati figurano due terreni, un immobile a uso commerciale, un'automobile, quattro fabbricati localizzati fra Rosarno e Tropea, l'intero compendio aziendale di una cooperativa agricola, i rapporti bancari, le liquidità e i rapporti finanziari.