Gian Piero Ventura, ex allenatore del Bari, ha commentato il momento vissuto dai pugliesi in un'intervista concessa alla redazione di Tag24.it. Il Bari attualmente è decimo in classifica, al di sotto della zona play-off.
Tra le società di Serie B che puntano al ritorno nella massima serie c'è anche il Bari, che nella finale play-off della passata stagione arrivò ad un passo dalla promozione. Tutto prima del gol siglato al novantaquattresimo minuto da Leonardo Pavoletti, che mandò il Cagliari in Serie A in un San Nicola stracolmo. E la formazione pugliese, decima dopo quattordici turni, vorrà certamente riprovarci nel corso di questa nuova annata.
La redazione di TAG24.it ha intercettato telefonicamente l'ex tecnico biancorosso Gian Piero Ventura, che guidò il Bari dall'estate 2009 al febbraio 2011 nel campionato di Serie A prima di ripartire dal Torino proprio nel campionato cadetto.
Sicuramente il momento non è facile ma è normale che una piazza come Bari abbia aspettative molto alte. Questa partenza ha suscitato un po’ di malessere. Io sono stato a vedere la partita contro il Venezia, dove il Bari ha affrontato una squadra più forte. Credo che adesso bisogna che ognuno faccia un po’ di riflessione. La Serie B è anche questa. Puoi perdere ma poi devi anche fare un filotto di risultati importanti. È chiaro che una piazza come Bari, dove ben 60mila tifosi hanno seguito la finale play-off di Serie B, voglia tornare in Serie A. Però non bisogna arrivarci sulle ali dell’emotività e ci vuole equilibrio. Mi sembra che l’entusiasmo sia un po’ scemato anche se mi auguro che possa tornare presto in questa grande squadra.
Se il Bari dovesse andare in Serie A i De Laurentiis devono lasciare. Queste cose si sanno, non si possono avere due proprietà nella stessa categoria. È evidente che in caso di promozione la famiglia De Laurentiis sarebbe costretta a fare una scelta. Ho letto della discussione fra Presidente e tifosi, che non è mai una cosa positiva. La società sta cercando di fare il meglio ma dall’altra parte c’è una tifoseria che ha una voglia pazzesca di tornare in Serie A. Queste due componenti dovrebbero essere unite perché entrambe hanno bisogno l’una dell’altra. La società cercherà di essere competitiva fino alla fine.
Quando perdi la Serie A soltanto a sessanta secondi dalla fine c’è grande rabbia e delusione ma poi la vita continua. Per gli addetti ai lavori è un trauma che non è facile da cancellare. Le scorie ti rimangono dentro ed era sicuramente prevedibile qualche difficoltà dopo quello che è successo nella passata stagione. Il Bari aveva la Serie A ad un minuto dalla fine. È chiaro che quello sia stato uno shock".
Io credo che entrare nei play-off sia il minimo che il Bari debba pretendere. Un conto però è parlare e un altro è fare. Tuttavia devi creare i presupposti e avere l’ambizione di vincerli chiaramente. Tutto ciò riguarda una serie di componenti che potranno essere determinanti. Ma ripeto, c’è tutto il tempo materiale di ambire a questo obiettivo. Prima del mese di marzo, dove secondo me inizia il vero campionato, i risultati possono cambiare tutto.
Il Bari è una squadra con buoni giocatori come Diaw, Aramu, Sibilli e altri. Si tratta di profili importanti per la Serie B. Tutti i calciatori però devono ben sapere che il compitino non basta in una piazza come Bari. Ad esempio Aramu ha grande qualità ma contro il Venezia l’ho visto sottotono. In questa squadra c’è del materiale, bisogna lavorarlo ma c’è tutto il tempo per farlo. Da tifoso del Bari auspico che ci sia al più presto un po’ di serenità. Questa squadra non ha ancora fatto vedere il suo reale potenziale.