Prime simulazioni delle rivalutazioni delle pensioni e degli aumenti degli importi dal 1° gennaio 2024, dopo la firma del decreto interministeriale che fissa al 5,4% il tasso di inflazione provvisorio per l'anno 2023. Gli assegni previdenziali si rivaluteranno in base a differenti percentuali di indicizzazione: alle pensioni più basse e fino a quattro volte il trattamento minimo andrà il 100% della rivalutazione all'inflazione del 2023, mentre a livelli più alti di importi previdenziali corrispondono riduzioni progressive delle percentuali di indicizzazione e, dunque, di aumenti mensili.
Per effetto di questo meccanismo, gli aumenti delle pensioni saranno compresi tra i 30 euro mensili netti e i 100 euro, pari a 130 euro al lordo.
In arrivo da gennaio 2024 gli aumenti delle pensioni per effetto della rivalutazione calcolata sul tasso di inflazione osservato dall'Istat nel 2023. Nei giorni scorsi il ministero dell'Economia e delle Finanze ha ufficializzato, con una nota sul proprio sito internet, il tasso di inflazione di quest'anno, pari al 5,4%.
Le pensioni aumenteranno di questa percentuale se l'importo mensile non supera le quattro volte il trattamento minimo, pari a 567,94 euro. Proprio le minime arriveranno a quasi 600 euro con l'aumento di gennaio (598,61 euro), mentre chi prende mille euro lordi al mese avrà un aumento di 54 euro, pari a 38,10 euro mensili netti.
Le pensioni di 1.500 euro al mese avranno un aumento di 81 euro lordi, pari a 64 euro netti, mentre gli assegni di 2.000 euro otterranno un incremento di 108 euro lordi, pari a 93 euro netti. Il tetto delle quattro volte le pensioni minime è fissato a 2,271,76 euro lordi al mese. A questo livello si percepiranno circa 123 euro al mese in più, pari a quasi 96 euro netti.
Le pensioni di importo più alto otterranno una rivalutazione non al 100%. Ciò significa che il tasso di inflazione sarà moltiplicato per una percentuale di indicizzazione più bassa. Ad esempio, le pensioni da quattro a cinque volte il trattamento mensile, otterranno l'85% del 5,4% di inflazione, pari al 4,59% di aumento. Pertanto, le pensioni di 2.500 euro avranno un aumento di 114,75 euro lordi, pari a 90,94 euro netti. Le pensioni che avranno il maggior aumento sono quelle di 2.970 euro, che si incrementeranno di 130 euro lordi, pari a 100 euro netti al mese.
Le pensioni di sei volte il trattamento minimo (3.407 euro), avranno un aumento del 2,862%, dunque di 97 euro lordi, pari a 80 euro netti. Al di sopra di questo importo, l'aumento si riduce: a 3.500 euro di pensione mensile, l'aumento è di 89 euro (pari a 75 euro netti), mentre a 4.000 euro l'incremento è di 101 euro lordi, pari a 78 euro netti.
Per assegni di otto volte il trattamento minimo (da 4.543,52 a 5.679,40 euro lordi al mese), l'aumento si traduce in una percentuale dell'1,998%. Gli aumenti sono compresi tra 115 e 113 euro lordi al mese, pari a incrementi da 76 a 85 euro netti. Per le pensioni di dieci volte e oltre il trattamento minimo, l'aumento dal 1° gennaio sarà dell'1,188%, ovvero del 22% applicato al 5,4%.
Si tratta delle uniche pensioni che hanno subito una riduzione rispetto agli aumenti dello scorso anno, quando la rivalutazione era del 32%. Per effetto di questa percentuale, chi prende una pensione lorda di 6.000 euro, ha un aumento mensile netto di 60 euro, pari a 71 euro al lordo. Infine, l'assegno sociale, quest’anno pari a 503,27 euro, arriverà a 534,40 euro.