Dal 2024, arriva la stretta del Governo sui lavoratori impatriati. La Legge di Bilancio del 2024 interviene per modificare i requisiti, le tempistiche e gli sgravi: insomma, sulle agevolazioni fiscali rivolte a chi torna a lavorare in Italia.
L’ultima versione del pacchetto risale al 2020 e, rispetto a quella, le detrazioni saranno meno vantaggiose. Inoltre, la stessa platea di potenziali beneficiari si riduce notevolmente.
Il Governo vira in una direzione diversa, puntando a rivedere i regimi agevolati rivolti a chi intende rientrare in Italia. Le agevolazioni non saranno a pioggia per tutti i rimpatri, ma mirate.
Nel testo, andiamo a vedere come cambia il regime, le detrazioni e quali sono tutte le novità che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2024.
Dal 2024, il Governo cambia tutto sulle agevolazioni fiscali rivolte ai lavoratori che rientrano in Italia. È prevista una nuova agevolazione, in sostituzione della precedente, per i lavoratori che acquisteranno la residenza fiscale italiana.
In particolar modo, ai lavoratori autonomi o dipendenti che rientrano in Italia e trasferiscono la residenza fiscale nel nostro Paese sarà riconosciuto un nuovo regime agevolato.
Il regime richiede il rispetto di alcuni requisiti di elevata qualificazione o specializzazione: si tratta della principale novità.
Inoltre, non devono risultare residenti in Italia, durante i tre periodi d’imposta precedenti, al conseguimento della residenza.
In base al Decreto Anticipi, il nuovo regime per i lavoratori impatriati dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio 2024. Bisogna considerare che per ottenere la residenza fiscale in Italia, nel 2023, sono necessari almeno 183 giorni di presenza. Pertanto, la possibilità di beneficiare del vecchio regime spetta solo ai lavoratori che sono rientrati prima del 2 luglio 2023.
In sostanza, potranno beneficiare dello sconto fiscale solo i lavoratori italiani che, al rimpatrio, hanno un’elevata qualificazione o specializzazione, esclusi gli sportivi professionisti. L’obiettivo del Governo è molto chiaro: evitare che qualcuno approfitti della norma. Non si deve considerare un bonus a pioggia per chiunque rimpatri in Italia, ma solo per le eccellenze.
A partire dal 1° gennaio 2024, possono beneficiare del nuovo regime i lavoratori che, nelle ultime tre dichiarazioni dei redditi, risultano residenti all’estero e che trasferiscono la residenza fiscale in Italia.
Quali sono i requisiti da rispettare?
Bisogna tenere presente che le disposizioni si applicano nel periodo d’imposta in cui è avvenuto il trasferimento, complessivamente per cinque anni.
Se la residenza fiscale in Italia non sia mantenuta per almeno cinque anni consecutivi al trasferimento, il lavorare decade dalla possibilità di fruizione dei benefici. Cosa succede? L’Amministrazione finanziaria provvede, quindi, a recuperare i benefici già fruiti dal lavoratore e ad applicare le sanzioni e gli interessi.
Ricordiamo che possono accedere ai benefici fiscali i cittadini italiani iscritti Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) e quelli non iscritti alla stessa Anagrafe purché abbiano avuto la residenza in un altro Stato ai sensi di una convenzione contro le doppie imposizioni sui redditi per il triennio.
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