Non un ultimatum ma poco ci manca, quello che Giuseppe Conte pronuncia nei confronti della segretaria del Pd Elly Schlein chiedendo chiarezza su varie questioni, a partire dalla guerra tra Israele e Hamas. Il leader Cinquestelle critica la politica troppo ambigua della sua collega di opposizione, invitandola a risolvere gli equivoci della sua parte politica.
Chiedere una posizione netta e chiara al Partito Democratico reso celebre dal 'ma anche' di veltroniana memoria, sembra un'utopia da sognatori. Forse, però, l'atmosfera natalizia ha stimolato un ottimismo inconsueto in Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, che si appella alla segretaria del Pd Elly Schlein proprio per chiederle maggior chiarezza in vista di un'eventuale alleanza futura.
C'è da dire, in verità, che più che un auspicio sussurrato con cuore pieno di speranza, quello di Conte somiglia più a una richiesta di chiarimento pronunciata anche piuttosto brutalmente.
L'occasione, del resto, è la conferenza stampa in cui il leader Cinquestelle ha già attaccato duramente la presidente del Consiglio Meloni, accusandola di aver mentito sul Mes ratificato dal governo Conte. Siamo ben lontani, dunque, da toni concilianti.
In particolare, Conte chiede a Schlein di esprimere una linea chiara sulla guerra in corso nella Striscia di Gaza, magari affiancando la condanna espressa dal Movimento nei confronti dell'azione militare di Israele.
C'è da dire che la durezza di Conte è rivolta alla confusione interna al Pd e non tanto a Elly Schlein, con la quale condivide gli attacchi ad 'Atreju', la festa di FdI.
Lui stesso dice chiaramente di "lavorare bene" con la segretaria ma riconosce che quello che l'aspetta è un "compito non facile", dovendo mettere d'accordo le tante correnti del Pd, "per fare chiarezza al proprio interno".
Conte conclude indicando proprio uno dei temi su cui emergerebbero con maggior forza le contraddizioni in cui è impantanato il Pd: la questione ambientale.
Il presidente M5S cita, infatti, il termovalorizzatore fortemente voluto dal sindaco di Roma - ed esponente Pd - Gualtieri. Una scelta incomprensibile, a giudizio di Conte, per un partito che, allo stesso tempo, si fa portavoce della transizione energetica.