La Giunta di Rimini ha approvato l'atto di indirizzo che regola le evidenze pubbliche per il 2024. In assenza di una normativa nazionale sull'assegnazione delle concessioni demaniali marittime, in scadenza il prossimo 31 dicembre, il comune romagnolo, prima meta balneare d'Italia per presenze turistiche, decide per conto suo.
Rimini è il primo dei comuni rivieraschi che ha deciso di muoversi in autonomia per regolare l'assegnazione delle concessioni demaniali marittime in scadenza. L'amministrazione comunale ha così commentato la decisone presa in giunta: "Mentre Roma resta ferma, i Comuni sono obbligati a correre in solitaria".
In una nota, la Giunta ha anche esplicitato che il procedimento in esame "Consente all'amministrazione comunale di differire la data di scadenza delle concessioni attualmente in essere per il tempo necessario all’indizione delle gare, avvalendosi dell’anno di slittamento 'per oggettive difficoltà' previsto dalla legge 118/2022, il cosiddetto decreto concorrenza Draghi". Questo comporta che per il 2024 non verranno introdotti cambiamenti nelle concessioni. I nuovi concessionari invece dovrebbero essere selezionati in vista della stagione balneare del 2025.
A giungo 2023, l’Ue aveva bocciato il rinnovo automatico delle concessioni balneari, decretando che per l’affidamento e la gestione delle spiagge fosse necessario indire un bando di gara pubblico. Il decreto Milleproroghe intervenì prontamente, istituendo una proroga alle concessioni fino alla fine del 2024.
L'Unione europea non gradì il decreto e si disse pronta a sanzionare l'Italia con una maxi multa. La sanzione non è arrivata, ma lo scorso novembre la Commissione euoropea ha inviato al nostro Paese un parere motivato, che dà all’Italia due mesi per rispondere e adeguarsi alle norme Ue in materia.