27 Dec, 2023 - 21:00

Allarme ambiente: eventi climatici estremi che hanno segnato il 2023

Allarme ambiente: eventi climatici estremi che hanno segnato il 2023

Il 2023 ha visto degli eventi climatici estremi provocati sia dall’influenza dall’uomo, sia dalla presenza di un fenomeno climatico chiamato, El Niño. Il 2023 è stato l'anno più caldo mai registrato. Il cambiamento climatico ha contribuito a provocare una serie di disastri ambientali in tutto il mondo.

Gli eventi climatici estremi che hanno segnato il 2023

Nel 2023 sono state registrate temperature record ed eventi climatici estremi in tutti i continenti, dall'Asia all’Europa. In aprile, la Thailandia ha raggiunto i 45,4 gradi mentre il Laos ha toccato i 42,9 gradi. Sempre nello stesso periodo a Cordoba, in Spagna, sono stati segnalati 38,8 gradi mentre in Portogallo i 36,9. Il caldo estremo non è mancato nemmeno in Italia: a luglio sono stati registrati 41,8 gradi a Roma.

Per circa un terzo dei giorni del 2023, la temperatura media globale è risultata superiore di almeno 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali. L’aumento globale delle temperature ha portato con sé un incremento degli eventi climatici violenti, stagioni anomale, passaggi più rapidi da condizioni di bel tempo e temperature calde a maltempo e precipitazioni brevi ed intense.

Il riscaldamento globale, generato dal cambiamento climatico, accelera il processo di desertificazione del suolo e della vegetazione. Allo stesso tempo, tale cambiamento climatico aggrava anche gli episodi di inondazione.

1. Gli incendi in Canada

Eventi climatici estremi possono intensificare frequenza e gravità degli incendi ed è stato il caso di Canada. La stagione degli incendi, prevista per il mese di maggio, è iniziata con due mesi in anticipo. Il 2023 è stato l’anno più devastante degli ultimi 40 per gli abitanti e per la fauna selvatica. Quest’anno sono stati bruciati 15,8 milioni di ettari di terreno secondo i dati del Canadian Interagency Forest Fire Center.

2. I paradossi dell’Afghanistan

L’Afghanistan è uno dei paesi più vulnerabili al cambiamento climatico e allo stesso tempo è uno dei paesi con le minori emissioni di gas serra. Nel mese di gennaio le temperature sono scese fino a -34 gradi, causando almeno 160 morti.

Negli ultimi due anni, la persistente siccità ha rappresentato una sfida significativa per gli agricoltori e l'economia del paese. La sicurezza alimentare è stata seriamente compromessa a causa di questa situazione. Tra gli eventi estremi, sono stati registrati, in giugno, almeno 31 vittime durante alcune devastanti inondazioni.

3. Somalia: prima la siccità poi le inondazioni

È il quinto anno consecutivo che la stagione della pioggia non avviene nel paese. Secondo le stime delle Nazioni Unite, sono state sfollate oltre 1.607.000 persone dalle loro case e decine di migliaia hanno perso la vita.

La Somalia è colpita da una continua crisi climatica e, alla fine di ottobre, è stata vittima di inondazioni. Il governo ha dichiarato lo stato d'emergenza dopo che le condizioni meteorologiche estreme causate da El Niño hanno distrutto abitazioni e infrastrutture. 700 mila sono gli sfollati.

4. Grecia: la tempesta Daniel è stata una delle più potenti che abbia mai colpito l’Europa

Né gli incendi nei mesi estivi né le inondazioni sono un'anomalia in Grecia, ma il cambiamento climatico ha aumentato l’intensità di questi fenomeni. Gli incendi hanno costretto migliaia di residenti e turisti all'evacuazione dalle isole greche. 32 persone hanno perso la vita. A settembre, le inondazioni hanno colpito il paese provocando 17 morti. Sono state interessate anche le vicine Bulgaria, Turchia e anche la Libia. Il primo ministro greco ha annunciato l'entrata in guerra contro il cambiamento climatico.

5. Le devastazioni in Libia a causa di eventi climatici estremi

Le piogge insolitamente forti portate dalla tempesta Daniel hanno causato massicce inondazioni nelle zone orientali del paese. Più di 4mila persone hanno perso la vita, tra cui 101 operatori sanitari.

Nella città di Derna, la più colpita dalle inondazioni, sono state sfollate 30 mila persone.

6. Hawaii: incendi mortali hanno distrutto Lahaina

In agosto gli incendi sull'isola di Maui e Big Island alle Hawaii hanno ucciso almeno 106 persone. L’incendio che ha distrutto la città di Lahaina è stato uno dei più letali degli ultimi 100 anni negli Usa. Secondo lo US Drought Monitor, l’80 per cento dello stato è anormalmente secco il che aumenta il rischio di questi eventi estremi.

7. Bangladesh e Myanmar colpiti dal ciclone Mocha

Nel mese di maggio, il ciclone più forte del golfo del Bengala ha causato 145 morti nell’area di confine tra i due paesi. Le zone colpite in Myanmar sono quelle più sofferenti da anni di conflitti, mentre Cox’s Bazar in Bangladesh ospita circa 1 milione di rifugiati Rohingya.

8. Messico: l'Uragano Otis ha devastato Acapulco

Gli eventi climatici sono diventati più estremi a causa del cambiamento climatico. La particolare violenza dell’uragano Otis ha attirato l’attenzione degli scienziati. Secondo questi, infatti, la rapida intensificazione dell'uragano Otis indica chiaramente come la crisi climatica sia causata dall'attività umana. Questo fenomeno si allinea con una tendenza documentata, che mostra un aumento più frequente della rapida intensificazione degli uragani negli ultimi decenni. Ciò è attribuibile alle acque più calde correlate ai cambiamenti climatici. 52 persone hanno perso la vita durante l’uragano in Messico.

9. Filippine, Cina e Taiwan colpite dal tifone Doksuri

Una tempesta tropicale è diventata un tifone in pochi giorni. Sono stati registrati 39 morti nelle Filippine nel mese di luglio. Successivamente il tifone si è spostato in Cina e Taiwan. Migliaia di persone sono state evacuate in Cina. Le piogge più abbondanti degli ultimi 140 anni hanno inondato Pechino. L’aumento della temperatura dell’oceano, causato dalla crisi climatica, sarebbe la causa delle condizioni meteorologiche estreme nella regione.

10. Madagascar, Mozambico e Malawi sono stati colpiti dal più potente e duraturo ciclone tropicale del mondo

Tra febbraio e marzo, il ciclone Freddy ha provocato circa 400 mila sfollati in Madagascar, Mozambico e Malawi. Gli scienziati sostengono che il riscaldamento globale, causato principalmente dalle emissioni di gas serra da parte delle nazioni industrializzate, ha reso più frequente e intensa l'attività dei cicloni.

Il ciclone Freddy ha colpito l’Africa meridionale due volte in un mese, distruggendo Mozambico, Madagascar, Malawi, Zimbabwe e l’Isola della Reunion causando centinaia di morti nel mese di febbraio.

Serve la volontà politica per combattere il cambiamento climatico: Cop28

La Cop28 si è conclusa con un accordo che segna l'inizio della transizione dalla dipendenza dai combustibili fossili, anche se non sono stati stabiliti obiettivi concreti per la graduale eliminazione delle fonti non rinnovabili.

Si è raggiunto un accordo multilaterale ma la realtà è che i paesi sono ancora lontani dall'obiettivo di poter ridurre globalmente le emissioni di gas serra del 43 per cento entro il 2030 per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi. Ad essere maggiormente colpiti dagli eventi estremi del cambiamento climatico sono spesso i paesi che contribuiscono in misura minore alle emissioni di gas serra.

AUTORE
foto autore
Nazlican Cebeci
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
adv
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE