Sale in cattedra il professor Carlo Calenda che, attraverso i suoi canali social, esprime le sue valutazioni sulla manovra finanziaria varata dal governo per il 2024. Un'analisi "senza toni drammatici o trionfalistici", chiarisce il leader di Azione nel suo post.
La pagelle di Carlo Calenda.
Poteva essere intitolato così il lungo post che il leader di Azione ha dedicato alle sue considerazioni sulla manovra finanziaria approvata ieri dal governo. Una disamina più da analista e opinionista che da politico impegnato attivamente nell'agone della 'Res Publica' italiana.
È lo stesso Calenda, del resto, a confermare quest'impostazione da 'osservatore imparziale' nell'introduzione del suo post, scritto evitando qualsiasi tipo di estremismo.
Evitare "propaganda e tifo" è il dogma professato da Calenda che, dunque, analizza punto per punto la legge di bilancio, senza cedere a facili entusiasmi o critiche.
A partire dalle famiglie italiane: la manovra le aiuta, come dicono i rappresentanti del governo, o le mette in difficoltà, come sostengono le altre opposizioni? Nessuna delle due, chiarisce il leader di Azione.
"[La manovra] conferma tagli precedenti del cuneo fiscale per un anno. Questa misura aiuterà le famiglie ma riproporrà il problema della clausola Iva. Ogni anno dovremo trovare almeno 10 mld (in realtà 15 con gli altri tagli) altrimenti le tasse aumenteranno. I cittadini non si troveranno molti più soldi in busta paga rispetto allo scorso anno (16 euro medi) ma almeno non ne avranno di meno".
LA MANOVRA: DISASTRO O MIRACOLO?
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) December 30, 2023
Facciamo finta per un minuto di non essere dentro al nostro Fight club e di decidere di valutare la manovra per quello che è, senza toni drammatici o trionfalistici.
1) Distrugge le famiglie o salva le famiglie? Nessuna delle due cose. Conferma… pic.twitter.com/SufYHYkMYx
Si sbilancia un po' di più - ma solo un po' - quando parla di Superbonus e sanità, con un giudizio totalmente positivo per quanto riguarda la bocciatura del primo, definito "il provvedimento più costoso e più di destra (regressivo) della storia repubblicana (varato dalla sinistra)".
Calenda smorza, invece, i toni trionfanti del governo sulla sanità, ridimensionando di molto il millantato aumento record delle risorse.
E un giudizio analogo sulla scuola, per la quale, scrive, "c’è poco o nulla".
Infine, gli investimenti per la crescita industriale, dove Calenda recupera la sua equidistanza, parlando di scarsità di risorse "per ciò che concerne industria 4.0", recuperabili attraverso la promessa dell'esecutivo di finanziarla attraverso il Pnrr.
Una sufficienza 'stiracchiata', insomma, per questo primo quadrimestre. Vedremo il prof. Calenda come valuterà i prossimi mesi di Giorgia Meloni e dei suoi ministri.