30 Dec, 2023 - 12:49

Manovra, i 'voti' di Calenda: bene la chiusura del Superbonus, male sanità e scuola

Manovra, i 'voti' di Calenda: bene la chiusura del Superbonus, male sanità e scuola

Sale in cattedra il professor Carlo Calenda che, attraverso i suoi canali social, esprime le sue valutazioni sulla manovra finanziaria varata dal governo per il 2024. Un'analisi "senza toni drammatici o trionfalistici", chiarisce il leader di Azione nel suo post.

Manovra 2024, Calenda indica le misure promosse e quelle bocciate del governo Meloni

La pagelle di Carlo Calenda.

Poteva essere intitolato così il lungo post che il leader di Azione ha dedicato alle sue considerazioni sulla manovra finanziaria approvata ieri dal governo. Una disamina più da analista e opinionista che da politico impegnato attivamente nell'agone della 'Res Publica' italiana.

È lo stesso Calenda, del resto, a confermare quest'impostazione da 'osservatore imparziale' nell'introduzione del suo post, scritto evitando qualsiasi tipo di estremismo.

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"La manovra: disastro o miracolo? Facciamo finta per un minuto di non essere dentro al nostro 'Fight club' e di decidere di valutare la manovra per quello che è, senza toni drammatici o trionfalistici".

Evitare "propaganda e tifo" è il dogma professato da Calenda che, dunque, analizza punto per punto la legge di bilancio, senza cedere a facili entusiasmi o critiche.

A partire dalle famiglie italiane: la manovra le aiuta, come dicono i rappresentanti del governo, o le mette in difficoltà, come sostengono le altre opposizioni? Nessuna delle due, chiarisce il leader di Azione.

"[La manovra] conferma tagli precedenti del cuneo fiscale per un anno. Questa misura aiuterà le famiglie ma riproporrà il problema della clausola Iva. Ogni anno dovremo trovare almeno 10 mld (in realtà 15 con gli altri tagli) altrimenti le tasse aumenteranno. I cittadini non si troveranno molti più soldi in busta paga rispetto allo scorso anno (16 euro medi) ma almeno non ne avranno di meno".

"Sanità e scuola: risorse insufficienti"

Si sbilancia un po' di più - ma solo un po' - quando parla di Superbonus e sanità, con un giudizio totalmente positivo per quanto riguarda la bocciatura del primo, definito "il provvedimento più costoso e più di destra (regressivo) della storia repubblicana (varato dalla sinistra)".

Calenda smorza, invece, i toni trionfanti del governo sulla sanità, ridimensionando di molto il millantato aumento record delle risorse.

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"L’aumento record del Fondo Sanitario rivendicato dalla Meloni è costante negli ultimi vent’anni. Non aumenta di 3 miliardi, ma solo di 1,7, molto meno di ciò che serve per coprire l’inflazione. Quindi avremo meno prestazioni [...] Manca dunque una scelta netta a favore della sanità".

E un giudizio analogo sulla scuola, per la quale, scrive, "c’è poco o nulla".

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"Soprattutto nulla per il tempo lungo fondamentale per contrastare la dispersione scolastica, favorire l’occupazione femminile e salvare dalla strada tanti ragazzi meno avvantaggiati".

Infine, gli investimenti per la crescita industriale, dove Calenda recupera la sua equidistanza, parlando di scarsità di risorse "per ciò che concerne industria 4.0", recuperabili attraverso la promessa dell'esecutivo di finanziarla attraverso il Pnrr.

Una sufficienza 'stiracchiata', insomma, per questo primo quadrimestre. Vedremo il prof. Calenda come valuterà i prossimi mesi di Giorgia Meloni e dei suoi ministri.

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Piercarlo Fabi
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