Potete scriverlo con o senza k, perché questo non modifica minimamente la scoperta di come si mangia l'alchechengi. Di cosa stiamo parlando? Di un frutto esotico che in passato ha avuto una certa celebrità, e poi si è inabissato nella memoria culinaria ancestrale per riemergerne, giustamente, da qualche tempo. Se lo prendiamo in mano ci sembra di racchiudere una piccola gemma dorata che, spesso infatti, viene utilizzata anche come elemento decorativo.
Già sappiamo che per chi opera in cucina c’è un solo obbligo: non mettere ostacoli alla fantasia. Spiegare come si mangia l’alchechengi non è difficile, poi sta ad ognuno trovare nuove strade da percorrere, abbinamenti inusuali, sapori arditi da sperimentare.
Conosciamo dunque più da vicino questo frutto di origine asiatica: si tratta di una pianta erbacea, perenne, che produce delle bacche commestibili. Può anche essere utilizzata come cespuglio decorativo: e questo è un secondo interessante utilizzo per chi vuole coltivarlo direttamente sul balcone di casa.
Una piccola curiosità sul nome: al-kakang in arabo significa lanterna cinese. Quindi siamo davanti ad un frutto che lega le culture, ci arriva dalla Via della Seta attraversando il mondo medio orientale. E questo ci deve ispirare per le nostre future elaborazioni culinarie.
La bacca di alchechengi è normalmente avvolta dalle foglie: queste formano un vero e proprio calice che accudisce la bacca in una culla di carta velina.
Per degustare la bacca di alchechengi non servono particolari manovre: basta rimuovere le foglie e lavare la bacca accuratamente. Fate attenzione: le foglie non sono commestibili, per questo è importante la loro completa rimozione e il lavaggio della bacca.
Una volta preparata, la bacca può essere degustata semplicemente, senza fronzoli. Un modo alternativo è quello di aggiungere le bacche, anche intere, all’insalata. Oppure si possono tagliare in piccoli spicchi e aggiungerle allo yogurt. Se si vuole esagerare, per un effetto sorpresa che lascerà a bocca aperta i vostri ospiti, le bacche possono essere ricoperte di cioccolato fondente liquefatto: un bon bon fantastico e inusuale.
Come anticipato, scoprire come si mangia l’alchechengi potrà aiutarvi a sviluppare le vostre doti creative in cucina. Partiamo da un utilizzo tradizionale e ormai consolidato: l’abbinamento con i dolci. Il particolare sapore di questa bacca donerà una prospettiva diversa alla vostra preparazione, sia questa una torta, un dessert o un semifreddo. Dal punto di vista decorativo possono essere utilizzate anche le foglie con la loro particolare forma a cestello. Però è importante rimuoverle prima che vengano degustate perché non sono commestibili.
Ovviamente questo frutto può essere utilizzato anche per altre ricette, salate: proviamo ad abbinarlo a una selvaggina, come un filetto di cervo, oppure a un filetto di maiale. Il risultato sarà straordinario.
Questo frutto tropicale è ricco di vitamina C. E, come sappiamo, il nostro sistema immunitario ha un grande bisogno di questa vitamina. L’alchechengi ha anche funzioni depurative e diuretiche. Può contribuire a dare sollievo nel caso di infezioni del sistema urinario e contribuisce alla salute del sistema digerente.
La prima risposta alla domanda come si mangia l’alchechengi è semplice: preparando una deliziosa confettura. Il procedimento è semplice: utilizziamo zucchero di canna integrale per un peso pari alla metà di quello delle bacche. Aggiungiamo 2-3 cucchiai di acqua e poi succo di un limone. Mettiamo sul fuoco e lasciamo cuocere fino ad ottenere un composto omogeneo.
Con la confettura di alchechengi potrete preparare una interessante cheesecake. Le bacche, oltre ad essere ricoperte di cioccolato fondente possono anche impreziosire una classica torta al cacao: il contrasto tra lo scuro del cioccolato e la bacca dorata darà un cromatismo davvero affascinante.