Sale a 300 il bilancio delle vittime delle violente inondazioni che già da una settimana stanno devastando la Repubblica democratica del Congo. Le case travolte e distrutte dalla forza dell'acqua sono al momento 43.750. Il governo ora è in stato di allerta anche per il rischio di epidemie. Le alluvioni sono una drammatica costante del Paese africano, dove i cambiamenti climatici stanno producendo conseguenze sempre più devastanti. Lo scorso maggio, sul finire della stagione delle piogge, la regione ha vissuto una situazione analoga, che si sta riproponendo con la stessa forza negli ultimi giorni.
L'intensità delle piogge sta producendo ingenti danni soprattutto nel nord del Paese. Come riportano i media locali, dopo le province di Kinshasa, Mongala e Ituri, è ora quella dell’Equatore a dover far fronte al cataclisma. Nel capoluogo Mbandaka il livello del fiume Congo ha infatti raggiunto i 6,05 metri a causa delle violente precipitazioni. Forse la peggiore alluvione dal 1961, quando la piena fece innalzare il fiume a 6,26 metri sopra il livello medio del mare. Il governo congolese è al lavoro per contrastare la crisi in atto e ha dichiarato lo stato di calamità.
Il ministro degli Affari sociali, delle Azioni umanitarie e della Solidarietà nazionale, Modeste Mutinga, ha lanciato anche l'allarme sul pericolo di epidemie, inevitabile conseguenza della mancanza di acqua potabile e delle precarie condizioni igienico-sanitarie in cui sono costretti a vivere gli sfollati. Il ministro ha fatto richiesta alle autorità congolesi di fondi immediati per contrastare l'emergenza umanitaria. Analogo appello è stato rivolto da Mutinga alla comunità internazionale perché sostenga in ogni modo possibile le squadre di soccorso sul territorio.
Inondazioni e alluvioni sono eventi ricorrenti in Congo. I cambiamenti climatici però hanno comportato un'aumento del loro verificarsi e una maggiore intensità della forza distruttrice. Inoltre, la deforestazione ha peggiorato il fenomeno delle frane, che durante questo periodo si intensificano a causa delle ingenti precipitazioni. Nel mese di maggio 2023, il colpo di coda della stagione delle piogge, che si estende da settembre all'inizio dell'estate, portò a una devastazione analoga, causando la morte di circa 400 persone.