Se Atene piange, Sparta non ride. Da una parte c’è una maggioranza pronta a spaccarsi per il casus belli della chiamata alla urne regionali ed europee. Dall’altra, anche l’opposizione discute sulle candidature dei leader alle elezioni per il Parlamento europeo. Con Elly Schlein che non scioglie le riserve e intanto si prepara a portare il Partito Democratico in un ritiro pane e politica. In un hotel a cinque stelle, beninteso.
Dal canto suo, Giorgia Meloni cerca di compattare la maggioranza. Chissà che a margine del Consiglio dei Ministri non abbia colto l’occasione per un confronto con Matteo Salvini e Antonio Tajani. Magari mettendo sul tavolo la Sardegna, la Basilicata, ma anche l’Europa.
I tre partiti che compongono la coalizione di Governo, infatti, sarebbero ancora distanti su diversi dossier. Quasi ci fosse il timore che eventuali scelte sbagliate possano portare a una serie di veti a catena.
Sulla Sardegna troveremo una sintesi, garantisce Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato di Forza Italia. Che però rivendica i propri uomini in Basilicata: Bardi è la scelta più logica.
Il tema delle alleanze continentali, poi, continua ad essere centrale. In particolare, Forza Italia e Lega ribadiscono quanto distanti siano le rispettive famiglie europee.
Il partito di Marine Le Pen deve far parte del centrodestra europeo, tuona il vicesegretario del Carroccio Andrea Crippa, che però è inamovibile: mai con la Von der Leyen.
Insomma, c’è di che discutere.
Dall’altro lato della barricata, la segretaria del PD è stata ancora ospite della CGIL di Maurizio Landini. Neanche all’evento per i 30 anni dalla prima riforma del lavoro pubblico si è però parlato di candidature europee.
Piuttosto, Elly Schlein riparte all’attacco dell’autonomia differenziata, che oggi è arrivata in aula al Senato.
Le fa eco il Presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, che l’ha anticipata a una manifestazione contro la riforma Calderoli: un progetto scellerato.