26 Jan, 2024 - 08:31

Anticipo Tfs: anche per l’Inps i tempi di liquidazione sono inaccettabili

Anticipo Tfs: anche per l’Inps i tempi di liquidazione sono inaccettabili

Nell'ambito delle prestazioni previdenziali, l'Inps offre l'opportunità ai suoi iscritti, in particolare quelli affiliati alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, di richiedere l’anticipo del Tfs (Trattamento di fine servizio) o del Tfr (Trattamento di fine rapporto). Queste prestazioni rappresentano una risorsa finanziaria importante per i lavoratori pubblici alla fine del loro rapporto di lavoro. Tuttavia, l'iter burocratico che caratterizza queste richieste sta riscontrando notevoli rallentamenti.

Anticipo Tfs: ritardi e richieste di intervento, il sollecito Inps

Nel 2023, l'INPS ha registrato un numero significativo di domande per l'anticipazione del TFS/TFR, ma quasi la metà di queste sono ancora in fase di lavorazione. Questo ritardo ha portato l'Inps a sollecitare un intervento normativo che mira a garantire tempi più rapidi e accettabili per l'erogazione di queste prestazioni. La necessità di tale intervento è ulteriormente sottolineata da una sentenza della Corte Costituzionale, che ha evidenziato una discriminazione nei confronti dei dipendenti della Pubblica Amministrazione rispetto ad altri lavoratori e ha invitato il legislatore a riformare questa area.

Le indagini condotte dall'Inps hanno rivelato che i ritardi sono dovuti principalmente a una carenza di personale e a una preparazione insufficiente degli operatori. Questo problema, evidente in diverse realtà territoriali, sta contribuendo a un aumento del contenzioso legato a queste pratiche. I numeri parlano chiaro: su 17.539 domande di anticipazioni TFS/TFR presentate nel 2023, solo una frazione è stata effettivamente lavorata (2.216), con un alto numero di domande respinte o ancora in attesa (6.195 respinte, 9.138 in lavorazione).

Anticipo Tfs e Tfr: requisiti di accesso

Per ottenere un'anticipazione del TFS o del TFR dall'Inps, è necessario essere iscritti al Fondo Credito, accessibile ai dipendenti ex INPDAP e a tutti i lavoratori e pensionati delle amministrazioni pubbliche. I requisiti specifici includono:

  • Essere titolari di pensione diretta dopo l'adesione alla Gestione Unitaria;
  • Avere cessato il servizio senza diritto a pensione e essere nuovamente iscritti alla Gestione Unitaria;
  • Essere personale militare in ausiliaria iscritto alla Gestione Unitaria.

Anticipo Tfs: chi non può richiederlo?

Non tutti possono accedere a questa prestazione. Tra i soggetti esclusi ci sono:

  • Personale in servizio;
  • Titolari di pensione non iscritti alla Gestione Unitaria post-pensionamento;
  • Soggetti cessati dal servizio senza maturare il diritto a pensione e non iscritti alla Gestione Unitaria;
  • Personale militare in ausiliaria non iscritto alla Gestione Unitaria;
  • Soggetti che percepiscono determinati tipi di pensioni o assegni, come pensioni sociali, assegni sociali, prestazioni agli invalidi civili, pensioni facoltative, pensioni della mutualità, pensioni a favore delle casalinghe, pensioni del soppresso Fondo Spedizionieri, pensioni ex Enpao, indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale, assegni straordinari di sostegno al reddito, assegni ordinari di invalidità, pensioni ai superstiti, pensioni delle gestioni Sport e Spettacolo, APE sociale e APE volontaria.

Condizioni e tassi applicabili

Nel panorama delle prestazioni previdenziali, l'anticipazione del Trattamento di Fine Servizio e del Trattamento di Fine Rapporto gestiti dall'Inps rappresenta un'opportunità significativa per i lavoratori. Questa prestazione si applica agli importi relativi a un rapporto di lavoro concluso e maturato, disponibili ed esigibili dopo almeno sei mesi dalla presentazione della domanda. Il finanziamento erogato dall'Inps avviene in un'unica soluzione, con un tasso di interesse fisso dell'1%, al netto di una ritenuta dello 0,50% per le spese di amministrazione.

Come richiedere l’anticipo

Per richiedere l'anticipazione del TFR o TFS, l'iter è accessibile digitalmente attraverso il sito dell'Inps o fisicamente tramite CAF e Patronati. La domanda può essere presentata personalmente o tramite un delegato. Nella richiesta, è fondamentale specificare se l'anticipazione è richiesta per l'intero ammontare o per una quota parziale, indicando l'importo desiderato. Inoltre, è necessario dichiarare il periodo lavorativo e il datore di lavoro di riferimento.

Dopo l'accettazione della domanda da parte dell'Inps, che può richiedere fino a 180 giorni, l'istituto prepara una proposta di cessione del TFS/TFR, resa disponibile nell'area personale My Inps dell'iscritto. Il beneficiario ha 30 giorni per accettare e rinviare la proposta all'Inps. È importante notare che l'iscritto può recedere dalla richiesta di anticipazione senza alcun onere fino all'accettazione della proposta da parte dell'istituto.

La sentenza della Corte Costituzionale

I lavoratori del settore pubblico attualmente devono attendere anni per ricevere il loro TFS/TFR, a differenza dei colleghi del settore privato, dove il pagamento avviene generalmente entro 45 giorni. Questa discrepanza, inizialmente pensata per non sovraccaricare le finanze pubbliche, è stata ritenuta incostituzionale dalla Corte Costituzionale. Tuttavia, la Corte ha dato al governo la possibilità di procedere gradualmente, tenendo conto dell'impatto sul bilancio pubblico.

I sindacati, compresi UIL-FPL, UIL-Scuola-Rua e UIL-PA, hanno espresso preoccupazione per la mancata attuazione della sentenza della Corte Costituzionale. In risposta, è stata presentata una proposta di legge che mira a ridurre i tempi di attesa per il TFS, suggerendo un termine di tre mesi dal pensionamento per il pagamento, una marcata riduzione rispetto all'attuale attesa di cinque anni. Questa proposta, avanzata dal deputato del Movimento Cinque Stelle, Antonio Colucci, include anche una revisione delle soglie di pagamento, con la prima rata limitata a 63.000 euro, aggiustata per l'inflazione.

L'iter legislativo per questa proposta è iniziato alla Commissione Lavoro della Camera, tuttavia, si attende ancora un parere ufficiale dal Ministero dell'Economia, specialmente per quanto riguarda le risorse necessarie per attuare queste modifiche.

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Daniele Sforza
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