Numeri positivi arrivano dall'Inail sulle morti sul lavoro in Italia nel 2023. O, almeno, apparentemente positivi, perché i dati dell'Istituto evidenziano come la tragedia dei lavoratori deceduti abbia ancora proporzioni troppo grandi per un Paese civile.
Le denunce per infortuni con esito mortale sul luogo di lavoro sono diminuite nel 2023 rispetto all'anno precedente, con un calo del 4,5%, con 49 denunce in meno.
Un dato, quello comunicato dall'Inail (Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) che sarebbe da accogliere con entusiasmo, se non fosse che si tratta non solo di una statistica parziale - il numero registrato dal Centro Studi della Confederazione Unitaria di Base (CUB) è decisamente più alto - ma anche fuorviante.
Il totale dei lavoratori morti nell'esercizio della loro professione supera ancora, infatti, le mille unità, con 1041 decessi. Un numero ancora di gran lunga troppo grande per un fenomeno che continua a rappresentare una vera e propria tragedia nel nostro Paese.
Inoltre, il calo effettivo riguarda solo i decessi avvenuti 'in itinere' - cioè nel tragitto tra casa e luogo di lavoro - passati da 300 a 242. Gli incidenti mortali avvenuti sul lavoro sono, invece, aumentati, passando da 790 a 799.
Un trend, peraltro, confermato dai primi giorni del 2024, con episodi come la morte dell'operaio schiacciato da una gru sul litorale romano.
Dove si registra un calo reale è nelle denunce di infortuni sul lavoro.
Al 31 dicembre 2023, infatti, si è passati dai quasi 700mila del 2022 (697mila 773) ai 585mila 356 dello scorso anno, per una diminuzione pari al -16,1%.
Altro dato allarmante, però, è quello relativo alle malattie professionali che, nel 2023, sono state 72mila 754, segnando un aumento del 19,7% rispetto al 2022, pari a circa 12mila denunce in più, che confermano un trend in aumento negli ultimi anni.