Si terrà a Trento, domani 10 febbraio 2024, la manifestazione nazionale #StopCasteller per protestare contro il "ddl ammazza-orsi" promosso dal presidente della provincia Maurizio Fugatti.
Il disegno di legge, che ha già ottenuto il via libera della Giunta provinciale, mira a contenere la crescita della popolazione di orso in Trentino consentendo l'abbattimento di otto esemplari l'anno.
Oltre alla contrarietà per un provvedimento ritenuto ingiusto nei confronti degli animali, la manifestazione - cui parteciperà anche Lav - ricorderà anche M90, l'orso ucciso su indicazione della provincia di Trento solo pochi giorni fa.
La manifestazione promossa da #StopCasteller a Trento - cui parteciperanno Lav e tante altre associazioni animaliste - nasce dalla contestazione di quella che è stata definita come la «furia sanguinaria» del Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. A spiegare a TAG24 le ragioni di questa definizione e, in generale, i motivi della protesta di domani, Massimo Vitturi, responsabile programmi animali selvatici per Lav.
Vitturi, domani manifesterete contro il Ddl Failoni, già denominato "ammazza-orsi", e più in generale contro le politiche del presidente Fugatti. Perché?
«Il problema per cui domani manifesteremo viene lontano: il ddl è purtroppo solo l'ultimo tassello di un percorso che va avanti da tempo. Domani saremo in piazza per manifestare contro il ddl ammazza-orsi e, purtroppo, per ricordare l'orso M90, ucciso martedì scorso.
La giornata di domani segnerà un momento importante della protesta che stiamo portando avanti contro la deriva voluta da Fugatti. Con questo Ddl, il Presidente della provincia autonoma di Trento si è infatti apparecchiato un percorso per poter uccidere almeno otto orsi l'anno.
Fugatti, al pari di chi l'ha preceduto, non ha mai fatto nulla per prevenire possibili incidenti, spiegando ai cittadini come si vive in un'area abitata dagli orsi. Faccio solo un esempio: i cassonetti anti-orso.
Questi cassonetti sono fondamentali perché impediscono agli orsi di accedere a risorse alimentari di origine umana e dunque di perdere la diffidenza nei confronti dell'essere umano. Se gli orsi imparano che, nei pressi delle abitazioni è possibile rinvenire cibo, chiaramente iniziano a frequentare quei luoghi, perdendo la natura diffidenza che li contraddistingue».
È questo il caso dell'orso M90?
«Esatto. L'orso M90 non ha torto un capello a nessuno: la sua unica "colpa" è quella di essersi fatto vedere in zone frequentate dagli esseri umani. M90 ha seguito - e non inseguito - una coppia il 28 di gennaio: tanto è bastato per definirlo confidente e quindi pericoloso. L'esito è quello che conosciamo: l'orso è stato abbattuto.
M90 ha quindi pagato per le responsabilità di chi non ha previsto, in Trentino, alcuna misura di prevenzione. Quanti orsi confidenti ha creato la mancanza di cassonetti anti-orso o la mancata educazione circa il fatto che non si devono assolutamente abbandonare dei rifiuti nelle aree popolate dagli orsi?
Tutte queste mancanze fanno capite come Fugatti non abbia mai avuto alcun interesse nel trovare un sistema per garantire la sicurezza dei cittadini, anzi. Lui ha tutto l'interesse che i cittadini incontrino un orso sul loro cammino, così da poterli poi ammazzare.
È questo che cercheremo di raccontare in piazza sabato. Noi vogliamo far capire che un modo per convivere con gli orsi, senza ammazzarli, esiste. Anche perché la sicurezza dei cittadini si garantisce non uccidendo gli animali, ma casomai prevenendo che gli incontri avvengano».
Le responsabilità di questa mancata prevenzione sono solo di Fugatti?
«La responsabilità è di tutti quelli che l'hanno preceduto dal 2004 ad oggi, ovvero dall'anno di conclusione del progetto di reintroduzione degli orsi Life Ursus e della consegna degli orsi nelle mani della provincia di Trento.
Parliamo, peraltro, di un programma che il mondo scientifico considera come di estremo successo, data la riuscita dell'intento di ripopolazione. Il paradosso, tuttavia, è che questo successo non è stato né compreso né valorizzato dalla politica trentina».
La guerra di Fugatti agli orsi è iniziata con la tragica morte di Andrea Papi, colpito dall'orsa Jj4 nell'aprile scorso, o ha radici precedenti?
«In Trentino l'avversione agli orsi ha preso piede già da anni. La tragedia di Andrea Papi ha, comprensibilmente, elevato questa avversione all'ennesima potenza.
Possiamo trovare traccia dei primi malesseri nell'agosto 2014 con il caso dell'aggressione dell'orsa Daniza a un fungaiolo. Le circostante dei fatti non furono mai chiarite: sembra infatti che Daniza fosse con i suoi cuccioli e che il fungaiolo l'avesse avvicinata proprio per fotografarli. La vicenda, tuttavia, si concluse con la morte dell'orsa nel settembre dello stesso anno.
Fu questo episodio a far emergere i primi sentori di un'avversione contro gli orsi da parte dei cittadini che vivono nelle valli trentine».
Quanti orsi sono stati abbattuti in Trentino in questi anni? Le modalità della morte degli orsi sono sempre state chiare?
«Gli orsi uccisi scientemente dalla provincia di Trento - o meglio dal corpo forestale Trentino - fino ad oggi sono due. Nel 2017 l'orsa KJ7 fu uccisa dai forestali su mandato dell'allora presidente della provincia di Trento, Ugo Rossi. M90, ucciso pochi giorni fa su mandato dal presidente Fugatti, è il secondo.
Dopodiché c'è tutta una sequela di orsi rivenuti morti sul territorio; per molti di questi non è ancora chiaro il motivo del decesso. Certamente c'è un certo grado di mortalità intraspecifica: gli orsi, soprattutto i maschi, tendono ad aggredirsi tra di loro o, alle volte, ad uccidere i cuccioli di una femmina per potersi assicurare una propria discendenza genetica.
Se sull'orso M62 l'Istituto zooprofilattico ha accertato la morte naturale, per altri orsi abbiamo chiesto di poter accedere agli atti. Tuttavia, siccome ci sono delle denunce contro ignoti, quegli atti sono secretati e, finché la Procura non avrà concluso le indagini, non potremo conoscerne il contenuto. Al momento, quindi, non c'è alcun documento che dica che gli orsi sono stati uccisi per bracconaggio».
Quanti orsi ci sono al momento in Trentino?
«Essendo animali selvatici è impossibile conoscere il numero esatto, anche perché gli orsi sono particolarmente elusivi e tendono a stare per conto loro. Sulla base delle stime fatte dai forestali trentini ci sono circa 120 orsi, a cui bisogna aggiungere i nuovi nati di quest'anno. Facendo una stima, pertanto, potremmo dire che gli orsi sono tra i 100 e i 150».
Il ddl Failoni è per voi peggiorativo rispetto alla legge provinciale già esistente e datata 2018?
«Per non si può parlare di peggio o meglio: la legge ammazza-orsi è sbagliata al pari della precedente. Per questo per noi deve essere cancellata: le responsabilità di una politica incapace di lavorare sulla convivenza e sulla prevenzione non possono ricadere sugli orsi».