27 Mar, 2024 - 10:05

Paesi in Europa dove si pagano meno tasse nel 2024

Paesi in Europa dove si pagano meno tasse nel 2024

Quali sono i Paesi in Europa dove si pagano meno tasse nel 2024? L'Italia si trova sotto i riflettori quando si parla di tasse, con una pressione fiscale che negli ultimi anni si è attestata intorno al 43,5%. Nonostante la percezione comune, il Belpaese non detiene il record delle tasse più alte in Europa, posizionandosi all'ottavo posto. Al di sopra di noi si trovano economie potenti come Germania, Belgio e Francia, con la Norvegia che guida la classifica con un'impressionante pressione fiscale del 54,8%.

Paesi in Europa dove si pagano meno tasse: come si calcola la pressione fiscale

Il calcolo della pressione fiscale apparente si basa sul rapporto tra il gettito fiscale totale di uno Stato e il suo Prodotto Interno Lordo (PIL), offrendo così una misura della quota di ricchezza nazionale assorbita dalla tassazione. Questo indicatore è fondamentale per comprendere l'impatto delle tasse sul reddito di aziende e lavoratori.

Destinazioni a basso carico fiscale: i Paesi europei dove si pagano meno tasse

Se l'idea di ridurre il carico fiscale ti alletta, esistono diverse oasi in Europa dove la pressione fiscale è più leggera. La scelta della destinazione ideale dipende strettamente dalle specificità del proprio business e dalla natura dei tuoi redditi. Tra le opzioni più vantaggiose troviamo diversi Paesi, come le Isole Canarie (in Spagna), la Bulgaria, Malta, Andorra, la Svizzera, l’Estonia e la Macedonia del Nord.

Il regime fiscale delle Isole Canarie

Le Isole Canarie, sebbene facciano parte della Spagna e dunque dell'Unione Europea, offrono un regime fiscale particolarmente vantaggioso. Lontane dall'essere un paradiso fiscale nel senso tradizionale del termine, queste isole godono di uno status speciale grazie alla Zona Especial Canaria (ZEC), approvata dalla Commissione Europea per stimolare lo sviluppo economico locale.

Il regime fiscale delle Canarie prevede l'applicazione di una tassazione ridotta su beni e servizi, con l'IGIC al 7%, e introduce regimi favorevoli per le persone fisiche e le imprese, con l'obiettivo di promuovere l'investimento e l'attività imprenditoriale. Per le nuove imprese, ad esempio, è prevista un'aliquota ridotta dell'IRPEF e un regime forfettario simile al modello italiano, con significative agevolazioni.

Bulgaria e Malta tra i Paesi europei dove si pagano meno tasse

Questi paesi si distinguono per le loro politiche fiscali competitive, offrendo un clima accogliente per imprenditori e lavoratori autonomi in cerca di un contesto più favorevole. Dalla Bulgaria, con le sue aliquote flat estremamente vantaggiose, a Malta, che attrae con un sistema fiscale particolarmente interessante per le società, ciascuno di questi due Paesi presenta caratteristiche uniche che possono rispondere a diverse esigenze.

La Bulgaria si posiziona come una delle destinazioni più allettanti per il trasferimento della residenza fiscale grazie alla sua politica fiscale vantaggiosa e al costo della vita contenuto. L'introduzione di una flat tax al 10% nel 2008 ha segnato una svolta, sostituendo le precedenti aliquote progressive e attirando imprenditori e privati in cerca di condizioni fiscali favorevoli.

Questa imposta unica sul reddito personale è applicabile a tutti i cittadini e residenti che generano reddito all'interno del paese, rendendo la Bulgaria una delle nazioni con il regime fiscale più conveniente in Europa. Per godere di questa aliquota ridotta, è necessario soddisfare alcuni criteri, come avere una residenza permanente in Bulgaria, soggiornarvi per almeno 183 giorni l'anno e avere legami vitali con il paese.

Anche l'IVA segue criteri armonizzati con l'Unione Europea, presentando un'aliquota standard del 20% e una ridotta al 9% per specifici servizi, come quelli offerti dalle strutture ricettive.

Malta offre un regime fiscale particolarmente attrattivo, basato sulla tassazione dei soli redditi prodotti o introdotti nel paese. Questa peculiarità rende Malta una destinazione ideale per chi cerca di ottimizzare la propria esposizione fiscale, soprattutto per i non domiciliati.

La legislazione maltese consente di minimizzare significativamente l'onere fiscale sui redditi esteri, a condizione che questi non siano trasferiti a Malta. Tale sistema può potenzialmente ridurre l'imposizione fiscale a zero, offrendo vantaggi notevoli in termini di pianificazione fiscale internazionale.

Andorra e Svizzera: altre due opzioni per la residenza fiscale

Andorra e la Svizzera, nonostante le loro dimensioni ridotte, offrono sistemi fiscali ottimizzati che attraggono capitali e talenti da tutta Europa. La Svizzera, in particolare, grazie alla sua stabilità economica e politica, si conferma una delle destinazioni più ambite per la gestione patrimoniale e per l'insediamento di imprese high-tech.

Nonostante sia incastonata tra Francia e Spagna, Andorra si distingue per una tassazione vantaggiosa, con un'aliquota standard del 10% sul reddito delle persone fisiche. Per i redditi intermedi, esiste un'aliquota ridotta che amplifica l'attrattiva di questo microstato per chi cerca un regime fiscale conveniente.

Andorra offre un contesto unico, non essendo membro dell'UE, il che le permette una maggiore flessibilità nella definizione delle proprie politiche fiscali. La tassazione sulle società, parimenti favorevole, rende Andorra una scelta popolare tra imprenditori e investitori che mirano a ridurre la loro pressione fiscale.

La Svizzera, noto per il suo sistema bancario inattaccabile e per una politica fiscale che si distacca dalle direttive dell'Unione Europea, offre un panorama fiscale unico con tre livelli di imposizione: federale, cantonale e comunale. Questo sistema consente una certa flessibilità e potenziali vantaggi fiscali, a seconda della regione di residenza o della sede aziendale.

Nonostante la Svizzera non sia più considerata un paradiso fiscale nel senso tradizionale, continua ad attrarre persone fisiche e aziende grazie alla solidità del suo sistema bancario e alle aliquote fiscali favorevoli applicate in certi cantoni. L'imposta federale è uniforme per tutti, mentre quelle cantonale e comunale variano significativamente, offrendo opportunità di ottimizzazione fiscale.

Altri due Paesi in Europa dove si pagano meno tasse: Estonia e Macedonia del Nord

L'Estonia si distingue nel panorama europeo per il suo approccio innovativo alla fiscalità d'impresa, con un modello unico di tassazione delle società basato sui profitti distribuiti. L'Estonia, infatti, si posiziona come leader nell'innovazione fiscale, grazie al suo regime "territoriale" che tassa solo i redditi prodotti localmente. Con un'imposta forfettaria del 20% su redditi personali e un sistema unico per le aziende, dove i profitti reinvestiti non sono tassati, l'Estonia attrae imprenditori e startup da tutto il mondo.

Analogamente, la Macedonia del Nord offre un ambiente fiscale competitivo con aliquote d'imposta sulle società tra le più basse in Europa. La sua posizione strategica nei Balcani e la crescente apertura all'innovazione e all'investimento estero la rendono una scelta interessante per le imprese in espansione.

Lussemburgo e Isola di Jersey: un regime fiscale favorevole per le imprese

Il Lussemburgo si distingue per il suo regime fiscale particolarmente vantaggioso per le aziende, tra cui spiccano la "partecipation exemption" per le plusvalenze e i dividendi, e aliquote di imposta sul reddito competitive che possono arrivare fino al 42% per i redditi più elevati. Questo rende il Lussemburgo una destinazione attraente per la sede di società e fondi di investimento. Infatti, la partecipation exemption e le normative favorevoli su fondi di investimento, cartolarizzazioni e capitali di rischio offrono alle aziende la possibilità di ridurre significativamente il loro carico fiscale, rendendo il Lussemburgo un hub ideale per la gestione patrimoniale e le attività finanziarie internazionali.

L'Isola di Jersey, grazie al suo regime fiscale speciale per contribuenti ad alto reddito e imprese, presenta un ambiente attraente per l'ottimizzazione fiscale. Con aliquote che variano dal 20% per redditi fino a 725.000 sterline, fino all'1% per importi superiori, Jersey offre condizioni favorevoli per chi cerca di massimizzare la propria efficienza fiscale.

L'introduzione del sistema zero/dieci per le società, con aliquota nulla nella maggior parte dei casi e specifiche eccezioni al 10% o 20% per determinati settori, contribuisce a rendere Jersey un luogo desiderabile per la base aziendale, specialmente per le entità nel settore finanziario.

Uno sguardo agli altri Paesi: dai più tassati alle economie in sviluppo

La popolazione danese accoglie favorevolmente aliquote fiscali elevate, vedendole come un investimento nella società e nella qualità della vita futura. La Danimarca, con una tassazione fino al 55,9%, è stata valutata come il secondo paese più felice al mondo, riflettendo l'alta soddisfazione dei cittadini per i servizi pubblici finanziati dalle tasse. In Austria, nonostante un onere fiscale del 55%, il sistema di welfare, che copre l'assicurazione sanitaria, le pensioni e altri benefici, è molto apprezzato. A ogni modo, in Danimarca e Austria, stipendi medi elevati aiutano a mitigare l'impatto dell'alta tassazione.

Al contrario, in Belgio, individui senza figli affrontano le tasse più elevate, e nonostante un'eccellente qualità dell'assistenza sanitaria, l'accesso può essere complicato. Inoltre, i lavoratori belgi vedono decurtato quasi il 65% dello stipendio in tasse e contributi, provocando frustrazione per la percezione di non ricevere un giusto ritorno dai servizi pubblici.

Paesi come Romania e Bosnia-Erzegovina, con economie in sviluppo, adottano tasse ridotte per attrarre investimenti stranieri, offrendo manodopera a basso costo e mercati inesplorati. Questi paesi stanno cercando di bilanciare incentivi fiscali e crescita economica. Tuttavia, l'inflazione crescente, aggravata da conflitti internazionali, potrebbe aumentare la pressione sugli oneri fiscali, complicando ulteriori aumenti delle tasse.

L'inflazione rappresenta una sfida crescente che potrebbe incidere sulla capacità dei cittadini di sostenere ulteriori oneri fiscali, nonostante le recenti riduzioni dell'inflazione nell'Eurozona.

Trasferimento della residenza fiscale: considerazioni pratiche

Optare per il trasferimento della residenza fiscale in un altro paese europeo è una decisione che richiede un'attenta pianificazione e considerazione di molti fattori. È cruciale affidarsi a consulenti esperti nel settore fiscale per valutare tutte le opzioni disponibili e identificare la soluzione più adatta alle proprie esigenze personali e imprenditoriali. Ogni paese presenta specificità burocratiche, legali e fiscali che necessitano di un'analisi dettagliata per evitare insidie e massimizzare i benefici.

Elementi come il tipo di attività, la struttura dell'azienda, i piani di crescita futuri e le preferenze personali giocano un ruolo cruciale nella selezione della destinazione ideale.

Inoltre, è importante considerare non solo l'aspetto fiscale, ma anche la qualità della vita, la disponibilità di infrastrutture, la stabilità politica e economica, e la facilità di integrazione. Questi fattori possono influenzare significativamente il successo e il benessere a lungo termine in una nuova nazione.

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Daniele Sforza
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