La partecipazione all'evento "La Repubblica delle Idee", a Napoli, è stata per Elly Schlein un momento in cui parlare dei più stringenti argomenti di attualità e di politica in modo da far pressione sul governo.
La leader del PD continua a battere il tasto sull'eccessiva ingerenza politica all'interno della Rai, usando i casi di Agi e di Scurati come esempi di certe storture fra libertà d'informazione e attività politica.
Dopo che oggi 20 aprile il governatore dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha ufficializzato la sua candidatura alle Europee, Schlein si è presa ancora del tempo per decidere: "Ma Cecilia Strada sarà capolista nel Nord-Ovest".
Lo scontro fra cultura e politica, quando passa per gli organi d'informazione o la televisione più in generale, rischia sempre di deragliare non in discussioni propriamente politiche ma fra opposte fazioni di "tifo". Quanto accaduto allo scrittore Antonio Scurati ne è un esempio: l'autore di una fortuna trilogia letteraria su Mussolini doveva leggere un monologo antifascista durante una trasmissione condotta da Serena Bortone.
Per motivi ancora ignoti la cosa non è avvenuta, mentre la premier Meloni ha polemicamente pubblicato sui suoi profili social il monologo di Scurati, indicando come fosse assurdo che per pochi minuti di trasmissione lo scrittore avrebbe dovuto guadagnare migliaia di euro.
Fra chi parla di ennesimo caso di censura e chi accusa Scurati di far propaganda, la leader del PD Elly Schlein si schiera - ovviamente - dalla parte dei primi. Partecipando all'evento "La Repubblica delle Idee", la dem continua ad indicare che il governo di centrodestra sta colonizzando i mezzi d'informazione e togliendo lo spazio alle voci di dissenso:
I malumori del PD sulla composizione delle liste elettorali per le Europee aveva coinvolto anche la sua segretaria, temendo alcuni che da capolista avrebbe catalizzato sì l'attenzione su di lei ma per i complessi sistemi elettorali si sarebbe rischiato di avere una prevalenza di eletti uomini.
La domanda che Molinari fa a Schlein è la medesima che viene fatta ormai da qualche mese a questa parte: la segretaria del PD si candida? La risposta è, ancora una volta, la stessa: bisogna attendere.
Il tempo comunque stringe e la materia è ancora una volta motivo di frizione fra alleati: Giuseppe Conte del M5S ha già detto di non volersi candidare per rispetto dei suoi elettori, Salvini preferisce concentrarsi sulla sua attività di ministro, mentre manca poco per Giorgia Meloni. Antonio Tajani di Forza Italia ha detto di candidarsi in tutt'Italia (escluse isole) proprio oggi durante il congresso del suo partito.