I giudici della Cassazione hanno annullato la sentenza con cui lo scorso settembre la Corte d'Assise d'Appello di Bologna aveva condannato al massimo della pena, l'ergastolo, Pasquale Concas, il 54enne di origini sarde accusato dell'omicidio dell'avvocata modenese Elena Morandi, avvenuto nel 2017.
Nei confronti dell'uomo è stato disposto un nuovo processo di secondo grado. Era ciò che avevano chiesto i suoi difensori nell'impugnare la sentenza di condanna all'ergastolo emessa dai giudici lo scorso settembre: secondo loro il 54enne sardo - già condannato per due omicidi - non sarebbe, questa volta, responsabile. Nel corso delle udienze tenutesi finora hanno parlato - riferendosi alla morte dell'avvocata modenese Elena Morandi - di una "tragica fatalità conseguente a un incidente domestico". Lo riporta Rai News.
Non è d'accordo l'accusa. I fatti risalgono al 2017: stando alla ricostruzione della Procura, Concas avrebbe approfittato dello stato confusionale della donna, che secondo gli accertamenti effettuati post-mortem quel giorno aveva abusato di alcol e medicinali, per soffocarla e derubarla di un computer e di circa 300 euro. Poi, per eliminare le tracce del delitto, avrebbe dato fuoco all'abitazione simulando un incidente domestico, venendo incastrato dalle celle agganciate dai loro telefoni, che dimostrarono che avevano trascorso insieme la serata.
Concas e Morandi si frequentavano da qualche mese. Il nome del primo era già salito alla ribalta delle cronache per due casi di omicidio: nel 1994, ad Olbia, in Sardegna, accoltellò a morte la pensionata Loredana Gottardi per rapinarla. Fu condannato a 28 anni di carcere, ma ne scontò 21: nel 2015 lasciò l'isola e si trasferì a Modena, dove, nel 2018, si è macchiato di un nuovo omicidio, quello della prostituta di origini ungheresi Arietta Mata, di 24 anni.
Secondo le indagini, Concas l'avrebbe strangolata e poi abbandonata, senza vita, sulle rotaie: quando fu trovato il suo corpo era stato straziato dal passaggio di un treno. Due omicidi efferrati commessi a scopo di rapina, a cui, secondo l'accusa, si andrebbe ad aggiungere quello di Morandi, per il quale, invece, Concas si proclama innocente.
La sua storia ricorderà a molti quella di Luca Delfino, noto ai più come il "killer delle fidanzate": originario di Genova, l'uomo ha da poco finito di scontare una condanna a 16 anni e 8 mesi di reclusione per l'omicidio di Antonella Multari, avvenuto il 10 agosto del 2007, ed è stato trasferito in una Rems di Genova Prà.
In passato fu indagato (e assolto per mancanza di prove) per un altro omicidio, quello dell'ex fidanzata Luciana Biggi, trovata morta, con la gola tagliata, in un vicolo di Genova nel 2006. La sorella gemella, commentando la notizia della sua scarcerazione al Corriere della Sera, la scorsa estate aveva definito Delfino "un predatore sessuale", dichiarando che "potrebbe tornare a colpire".
Lo ha escluso il suo avvocato, che ritiene che l'uomo sia cambiato. Quando uccise Antonella Multari con 46 coltellate in una delle sue pause pranzo, fu spinto dalla sua gelosia ossessiva: non accettava il fatto che la donna, di 32 anni, lo avesse lasciato, e per diverso tempo, prima di arrivare a colpirla, l'aveva minacciata, seguita e molestata.
Un movente diverso rispetto a quello di Concas, che avrebbe sempre ucciso per un ritorno economico, nel caso di Arietta poche decine di euro: per il suo omicidio, il secondo in ordine di tempo, l'uomo sta ancora scontando una condanna a 24 anni di reclusione.