Un messaggio dal chiaro significato politico, dopo un lungo silenzio. Il governatore della Liguria Giovanni Toti affida a una lettera le proprie ragioni e intenzioni in merito all'inchiesta che lo vede accusato di corruzione. Consegnata all'assessore regionale Giampedrone, la lettera verrà letta martedì al prossimo Consiglio regionale.
Aveva detto di voler recuperare la propria dignità, Giovanni Toti, nel suo ultimo interrogatorio di quasi nove ore dello scorso 23 maggio. Una volontà che si concretizza ora nella lettera affidata all'assessore regionale Giacomo Giampedrone, al termine di un confronto con lui nella sua abitazione, dove il presidente della Liguria è ancora agli arresti domiciliari.
Un incontro autorizzato dalla procura di Genova, nel quale Toti ha messo nelle mani di Giampedrone il testo che sarà letto martedì in Consiglio regionale da Alessandro Bozzano, capogruppo della sua lista. Un documento che verrà usato per respingere la mozione di sfiducia e illustrare i propositi del governatore.
A partire dalla questione delle dimissioni, che in queste settimane ha visto anche lo stesso centrodestra premere affinché arrivasse una risposta netta. Ebbene, Toti non sembra intenzionato a lasciare e allontana, per il momento, lo spettro delle dimissioni.
È lo stesso Giampedrone a confermarlo:
Una decisione, quella di Toti, dovuta all'assoluta convinzione, espressa chiaramente nella lettera, di aver sempre rappresentato "l'interesse pubblico" nelle scelte compiute, e nella certezza "che la maggior parte dei liguri comprendano e apprezzino il cammino fatto e i risultati raggiunti dal nostro governo".
Intanto, sul fronte giudiziario, il legale del presidente, l'avvocato Savi, dichiara che non è ancora stata depositata l’istanza di revoca degli arresti domiciliari.
Intanto, il medesimo nulla osta concesso dal giudice a Toti per il suo incontro con Giampedrone è stato ammesso per l'imprenditore Aldo Spinelli, anche lui ai domiciliari, che potrà così ricevere le visite di suo fratello e di tre amici, Gianfranco Paneri, Silvano Siri e Massimo Milli.