Dal 15 luglio 2024 anche gli artigiani in regime forfettario, possono accettare o meno la proposta dell'Agenzia delle entrate di adesione al concordato preventivo biennale.
I lavoratori autonomi che adottano la partita Iva a regime forfettario prevista dalla legge di Stabilità 2015 (L. 190 del 2014), possono verificare, a specifici livelli di reddito e di fatturato realizzati nell'anno d'imposta, quanto sia conveniente aderire al nuovo concordato preventivo. Si ricorda che la proposta dovrà essere accettata entro il 31 ottobre 2024 per i redditi dell'anno 2023.
Dal punto di vista impositivo, i lavoratori autonomi forfettari adottano il regime di tassazione del 15%, applicando alla base imponibile i coefficienti di redditività, determinati sulla media di costi e ricavi che ogni categoria di autonomi realizza svolgendo la propria attività.
Conviene a un artigiano con partita Iva forfettaria accettare la proposta dell'Agenzia delle entrate e, dunque, accedere al concordato preventivo 2024 per i redditi ottenuti nel 2023? La valutazione della proposta implica l'utilizzo del nuovo software messo a disposizione dall'Agenzia delle entrate sul proprio portale internet. Grazie alla piattaforma telematica, si può verificare quale sia la proposta di reddito concordato e, dunque, valutare se accettarla o meno.
Nel caso di un artigiano libero professionista, ad esempio un muratore con Codice Ateco 43.29.01 e aliquota di redditività pari all'86%, ai fini della determinazione dei redditi sui quali applicare il 15% di imposta fissa (flat tax), occorre fare alcune proiezioni a seconda dei redditi e dei ricavi realizzati.
Si ponga il caso di visualizzare al rigo LM 22 del modello Redditi PF (Persone fisiche) del 2024, un livello di fatturato di 35.000 euro riferito all'anno 2023 e un reddito, iscritto al rigo LM 34, di 30.100 euro, determinato dall'applicazione del coefficiente di redditività dell'86%.
La proposta dell'Agenzia delle entrate, visualizzabile sul rigo LM 63 del Modello Redditi Persone fisiche per la determinazione del concordato preventivo biennale 2024, sarebbe pari a 33.172 euro, con un aumento rispetto al reddito del 10,21 per cento. Spetterà pertanto all'artigiano muratore accettare o meno l'incremento della soglia di reddito così come calcolata dal Fisco, anche in base all'andamento della propria attività.
Si rileva, nel caso dei lavoratori con partita Iva a regime forfettario, la presenza di un'anomalia nel software messo a disposizione dal Fisco, in particolare per quanto concerne i primi 5 anni di attività che hanno una tassazione super-agevolata al 5% fisso, e non al 15%.
Facendo le simulazioni sul software dell'Agenzia delle entrate, un muratore artigiano nei primi 5 anni di attività ottiene la stessa proposta rispetto a un collega di lungo corso, con un incremento - per fatturati di 35mila euro nel 2023 - del 10,21%.
Nella proposta di concordato preventivo 2024, il Fisco considera un reddito sottosoglia e un fratturato e reddito minimo. Nel primo caso, al rigo LM 22 si può verificare un fatturato di 15.000 euro e un reddito dopo applicazione dell'aliquota di redditività dell'86% di 12.900 euro (rigo LM 34), la proposta dell'Agenzia delle entrate per aderire al concordato preventivo 2024 è di circa 24.133 euro, con un aumento del reddito LM 34 pari all'87,08 per cento.
Il calcolo effettuato dal software del Fisco funziona in modo che il reddito minimo cresca in modo inversamente proporzionale all'aliquota di redditività, stabile a seconda del Codice Ateco a un coefficiente prefissato. Pertanto, più basso è l'aliquota di redditività e più alta è la crescita percentuale del reddito.
Il livello minimo di reddito che un artigiano può maturare è quello relativo al minimo di proposta del Fisco. Nel caso di un artigiano muratore, tale soglia è fissata a 24.134 euro, livello al quale si adeguano le proposte dell'Agenzia delle entrate per redditi sottosoglia.
Al livello di una proposta di 24.134 euro, corrispondono fatturati del 2023 per 25.114 euro (rigo LM22) e un reddito all'86% di 21.600 euro (rigo LM34). La proposta di 24.134 euro (rigo LM63) produce un aumento dell'11,74 per cento.
Nel caso trattato, in definitiva, l'aumento proposto dal Fisco appare contenuto a fronte di un alto coefficiente di redditività (dell'86%).