Entrano nel vivo le trattative per rinnovare i contratti dei comparti della Pubblica amministrazione del triennio 2022-2024, con aumenti degli stipendi più alti per i funzionari che possono contare, di media, su 190 euro in più al mese. Le cifre sono contenute nelle bozze delle tabelle comparse all'Aran, l'agenzia che negozia - per conto del governo - le trattative di rinnovo contrattuale con i sindacati.
Ma non si tratterà di cifre uniformi di aumenti delle retribuzioni. Infatti, gli importi variano a seconda del comparto pubblico di appartenenza e della posizione economica occupata. Pertanto, chi occupa le ultime posizioni nelle gerarchie lavorative si vedrà aumentare la busta paga di poco più di 110 euro.
Per gli enti e i comparti che pagano di più si può arrivare a 190 euro al mese o anche oltre. I primi atti di indirizzo, sui quali si basano le trattative sindacali, richiedono un aumento medio generalizzato di 160 euro, pari a circa il 6 per cento in più di incremento della retribuzione rispetto agli importi del recente rinnovo del contratto Pa del triennio 2019-2021.
Arrivano le prime cifre degli aumenti degli stipendi per i dipendenti della Pubblica amministrazione quale risultato dei rinnovo dei contratti del triennio 2022-2024. Già da marzo 2024 sono iniziate le trattative all'Aran per alcuni comparti (quale quello di infermieri e tecnici della sanità e quello delle Funzioni locali), mentre per i dirigenti degli enti territoriali locali, i dirigenti della Sanità e i segretari solo nei giorni scorsi è arrivata la firma definitiva per il rinnovo contrattuale del 2019-2021, con aumenti medi delle buste paga di 271 euro e arretrati fino a 15.000 euro una tantum.
Nella nuova tornata di rinnovi contrattuali, le cifre degli aumenti delle retribuzioni dipendono dal comparto per il quale si lavori e dal livello di posizione economica. Di media, le trattative si basano su atti di indirizzo che riconoscono 160 euro di aumento mensili, da considerare al lordo. Ma si tratta di cifre medie. Ovvero, alcuni prenderanno di più e altri di meno rispetto alla media.
Ad esempio, per i 122.000 lavoratori dei ministeri gli aumenti saranno più contenuti rispetto ai dipendenti delle "Funzioni centrali", impiegati presso le agenzie fiscali (38.000 lavoratori) e gli enti pubblici non economici come Inail e Inps (altri 37.000 lavoratori).
Il testo sul tavolo dell'Aran per le trattative del rinnovo contrattuale contiene la cifra di aumenti degli stipendi di 110,40 euro lordi al mese per gli operatori, ovvero la categoria professionale che occupa il livello più basso della macchina amministrativa. Quale euro in più di aumento spetta agli assistenti, il cui incremento in busta paga, una volta firmato il contratto, dovrebbe arrivare a 116,10 euro.
Ed eccoci ai funzionari per i quali il livello più basso di aumenti delle buste paga è fissato a 141 euro lordi al mese. Ma è un livello di partenza perché molti di questa categoria centreranno l'aumento medio di 160 euro al mese, pari a circa il 6 per cento di incremento rispetto alle cifre del contratto 2019-2021.
Ma si potrà arrivare a cifre più consistenti per i funzionari delle elevate professionalità, per i quali si superano i 190 euro mensili di aumento (193,90 euro). Da 160 euro a 190 euro ballano, dunque, 30 euro e oltre di ulteriore incremento rispetto alla media della categoria professionale di riferimento dei contratti della Pubblica amministrazione.
Per alcune categoria l'aumento potrà fermarsi a 14 euro (160 euro più ulteriori 14 euro). Rientrano in questi incrementi i funzionari dei ministeri. Per altri dipendenti, invece, si potrà andare oltre.
I comparti che assicurano stipendi più ricchi potranno garantire ulteriori "chip" di 45 euro per le agenzie fiscali e di 58 euro per gli enti pubblici non economici (Inps e Inail). A queste cifre si supera, dunque, il muro dei 200 euro mensili di aumento delle retribuzioni.