Agrigento Capitale della Cultura Italiana 2025: è l’anno di gloria della città della Valle dei Templi e dell’intera Regione Sicilia. Sono cominciate stamani le celebrazioni d’inaugurazione per l’avvio di un anno di intense attività, e continueranno per tutto il giorno.
Alla presenza del Capo dello Stato e di altre importanti cariche istituzionali Agrigento è il cuore pulsante della cultura non senza polemiche e incidenti. Totò Martello, capogruppo del PD al Comune di Lampedusa e Linosa, ed ex sindaco dell’isola, stamani ha lamentato l’esclusione dell’isola: “In tutti questi mesi però non è mai stata fatta alcuna riunione né attivata alcuna iniziativa per il coinvolgimento dell’isola, nel disinteresse più totale non solo del capoluogo, ma anche della stessa amministrazione comunale di Lampedusa che, probabilmente per propria incapacità, ha del tutto e colpevolmente ignorato quella che, almeno sulla carta, poteva essere un’opportunità di promozione culturale e turistica. A questo punto che senso ha continuare a far parte della provincia di Agrigento? Presenterò una mozione al Consiglio comunale per chiedere di attivare tutte le iniziative necessarie affinché la nostra isola diventi l’83° Comune della provincia di Palermo".
Episodio non confermato durante la conferenza stampa, quando il sindaco di Agrigento, Francesco Micciché, esprimeva entusiasmo e grande emozione per il risultato e per la presenza di Lampedusa, già nota per essere luogo di sbarchi e per la bellezza dei mari. Lo stesso Micciché affermava durante la conferenza a Palazzo Grazioli: “Io sono un medico e per ho visto e vissuto persone sbarcate sulle coste agrigentine. C’era uno scambio di sguardi all’arrivo dei minori non accompagnati, donne stuprate. L’esperienza è stata inserita nel dossier e credo sia la stata la carta vincente.” A questa si aggiungerebbe la ben più nota, e già raccontata, situazione delle strade della città, asfaltate all’ultimo minuto in occasione dell’arrivo di Sergio Mattarella. I soliti problemi del Sud, che vengono a galla nei momenti meno opportuni. Istanti che aiutano, però, le città mete a migliorarsi e crescere: da un lato perdono per non essersi fatte trovare pronte all’appuntamento, dall’alto prendono la balla al balzo per migliorarsi.
La nomina è stata, per le altre città in passato, e sarà anche per Agrigento un’occasione di visibilità che incide positivamente sull’economia e sul turismo. Un momento di gloria che dura un anno, una carta da giocare bene che può segnare la storia e il destino di luoghi che altrimenti rimarrebbero relegati unicamente al turismo estivo e di prossimità. Momenti di sospirato successo per posti che meriterebbero un costante ruolo di primo piano nello scenario turistico, culturale e storico, del Paese. Matera ne è un esempio, come Parma, Procida, città che si presentano da sole, ma che attraverso il titolo di Capitale della Cultura hanno potuto ambire, a ben vedere, a qualcosa si più.
Storia, cultura e natura il più delle volte si intrecciano in un mix di bellezza che lascia tutti senza respiro. L’emozione degli abitanti di questi luoghi è spesso dovuta all’attesa. Le candidature - talvolta respinte - non garantiscono il risultato, così come l’anno di visibilità e valorizzazione. In questo caso, le premesse positive ci sono tutte. Roberto Albergoni, direttore della Fondanzione Agrigente Capitale Italia della Cultura 2025 ha parlato, sempre durante la conferenza stampa di presentazione a Roma di un programma fitto, di circa 44 progetti destinati a valorizzazione tutti i luoghi di cultura della città, “a cui si aggiungeranno altre iniziative. Vogliamo costruire un futuro migliore che sappia trasformare i linguaggi in atto, e che dia occasioni ai giovani.” Il Presidente Mattarella ha invece parlato dell’importanza della cultura come risorsa sociale che fa crescere e protegge i beni più preziosi: diritti e solidarietà.