Sicuri che la riforma della giustizia di Carlo Nordio sia divisiva al punto da scavare un solco incolmabile tra il centrodestra che la propone e il centrosinistra? I magistrati stanno già salendo sulle barricate. Hanno annunciato uno sciopero per il 27 febbraio. La separazione delle carriere, lo sdoppiamento del Consiglio Superiore della Magistratura e l'introduzione dell'Alta Corte disciplinare sono visti dall'Anm, il sindacato delle toghe, come fumo negli occhi.
Alle cerimonie di apertura dell'anno giudiziario, la prima delle quali è in programma il 3 febbraio presso la sede del Consiglio di Stato, a Palazzo Spada, hanno annunciato che si presenteranno con una coccarda tricolore appuntata sulla toga e cartelli inneggianti la Costituzione. Nel momento in cui prenderà parola il ministro Nordio hanno già fatto sapere che abbandoneranno l'aula.
Ancora una volta, nell'ambito del direttivo dell'Associazione nazionale magistrati, ha avuto la meglio la parte più oltranzista. Tuttavia, le toghe, questa volta, rischiano di avere una copertura politica insufficiente per difendere il loro status quo.
Non sarebbe la prima volta che l'Anm diserterebbe l'apertura dell'anno giudiziario. Come ricorda questo servizio di Tv2000 su YouTube, il tabù fu rotto già nel 2017, all'epoca del governo Gentiloni
Sta di fatto che, oltre al centrodestra, a tifare per la riforma della giustizia che giovedì ha incassato il primo sì alla Camera dei Deputati, ci sono anche settori del centrosinistra. E i magistrati, oggi, potrebbero avere pochi "avvocati difensori" in Parlamento.
Non deve meravigliare più di tanto il fatto che anche nel centrosinistra ci sia chi si batta per una riforma della giustizia che preveda la separazione delle carriere dei magistrati. Già nel 2009, infatti, un'icona di quella parte politica, l'avvocato, ex sindaco di Milano, ex parlamentare di Rifondazione Comunista ed ex europarlamentare del Partito Democratico Giuliano Pisapia, scrisse a quattro mani proprio con Carlo Nordio un libro ("In attesa di giustizia, dialogo sulle riforme possibili") in cui si dava un giudizio positivo della riforma che ora è in itinere in Parlamento:
Argomentava Pisapia andando dritto al punto:
Se Pisapia dava il suo sostegno alla riforma della giustizia sedici anni fa, un altro rappresentante del centrosinistra che da sempre è convinto della sua bontà è Carlo Calenda, tanto è vero che Azione, giovedì scorso, ha votato a favore del pacchetto Nordio:
ha dichiarato al Corriere della Sera. E quando gli è stato fatto notare che per le altre opposizioni la separazione è il presupposto di un controllo politico della magistratura, ha risposto:
Insomma: la ferita sanguina. Ed è ben visibile anche dall'altra parte del Rubicone.
Un altro partito di centrosinistra che non ha votato contro la riforma perché convinto della sua utilità è stata Italia Viva di Matteo Renzi. Ieri, in un'intervista al Dubbio, l'ex premier ha spiegato la sua posizione alla sua maniera: rilanciando, fissando l'asticella ancora più in alto:
Alla domanda se questa sua posizione non possa inficiare il rapporto con il resto del centrosinistra, Renzi poi ha risposto in modo chiaro e forte:
E comunque: Calenda e Renzi non sono certo i soli a tifare Nordio nel centrosinistra. Emblematicamente, a dare il proprio sostegno alla riforma della giustizia presentata dal centrodestra è stata l'Unità, il giornale fondato da Antonio Gramsci e oggi diretto da Piero Sansonetti, un garantista doc
Sansonetti l'ha messa così:
Oltre all'Unità, un altro giornale d'area ha dato il suo endorsement alla riforma della giustizia di Carlo Nordio: si tratta del Riformista di Claudio Velardi
Ora: molto vicini alle posizioni del Riformista sono i LibDem di Luigi Marattin che, pur volendo continuare nell'esperienza del Terzo polo, raccolgono molte simpatie nella sinistra riformista. Evidentemente, anche grazie al fatto che, sulla giustizia, hanno le idee chiare
Forza Italia ha torto.
— Luigi Marattin (@marattin) January 16, 2025
La separazione delle carriere non è una vittoria di Silvio Berlusconi.
È una vittoria di chi, anni prima di lui, spiegava con quella sua indimenticabile flemma siciliana perché è una cosa giusta.
La sinistra e i “pro-magistratura a prescindere” se lo… https://t.co/oMsNLxPDRB
E comunque, a questo punto, è giusto ricordare che Giuliano Vassalli, l'ex partigiano nonché presidente della Corte Costituzionale autore del Codice di procedura penale del 1989, icona del centrosinistra, già a suo tempo, a proposito della separazione delle carriere, la mise come sottolinea il post di Gianluca Lucarelli su X:
Nella giornata storica in cui si è votata la separazione delle carriere, va ricordato il parere di Vassalli, il padre del codice di procedura penale attualmente in vigore. Per il giurista, la separazione delle carriere sarebbe stata la giusta chiusura della sua riforma. Ma, dice… pic.twitter.com/4vw5XxWP8E
— Gianluca Lucarelli (@Zeroeq_Io) January 16, 2025
Insomma: non tutto il centrosinistra sarà pronto ad accompagnare l'Anm sull'Aventino agitando la Costituzione.