22 Jan, 2025 - 14:55

Meta e la svolta trumpiana: spuntano follow automatici nei profili di Trump e Vance

Meta e la svolta trumpiana: spuntano follow automatici nei profili di Trump e Vance

Nelle ultime ore sta succedendo qualcosa di molto particolare su Instagram e Facebook, perché moltissimi utenti si sono ritrovati a seguire involontariamente i profili social del presidente Donald Trump, così come del vicepresidente JD Vance e della first lady Melania Trump.

Follower automatici: errore della piattaforma o qualcosa di più?

Il giorno dopo l’insediamento di Trump alla Casa Bianca come 47° presidente degli Stati Uniti, moltissimi utenti hanno riportato la vicenda attraverso post e storie, sottolineando come nonostante avessero tolto il “follow” e avessero addirittura bloccato i profili della presidenza, si ritrovavano a essere di nuovo follower qualche ora più tardi, in un circolo vizioso che sembrerebbe uno scherzo di Meta. Uno scherzo decisamente di cattivo gusto se così fosse, anche se alcuni stentano a credere che sia solo un errore della piattaforma, soprattutto viste le novità proposte da Meta nelle ultime settimane, tra cui quella di eliminare il fact-checking, adottando un sistema simile a quello di X, facendo un doppio occhiolino a Trump e Musk in un solo colpo.

Meta nell’occhio del ciclone

Tra le varie critiche rivolte a Meta nelle ultime settimane, una in particolare arriva dagli Stati Uniti e riguarda proprio l'amministratore delegato Mark Zuckerberg, messo sotto accusa per aver cambiato le politiche e i protocolli dell'azienda in un apparente tentativo di imbonire Trump. Questa settimana Meta è stata anche accusata di aver nascosto i risultati della ricerca di “#democrat” ossia “#democratici” (riferito al partito politico opposto ai repubblicani di Trump), cosa che l'azienda sostiene sia stata un'anomalia.

La risposta ufficiale della piattaforma

Per rispondere alle tante perplessità emerse, è intervenuto il portavoce di Meta, Andy Stone, che ha dichiarato in un post su Threads che gli account ufficiali di POTUS e della Casa Bianca sono gestiti dalla Casa Bianca e “cambiano quando cambia l'occupante della Casa Bianca”.

Dopo il giuramento del nuovo presidente, gli account Facebook e Instagram della precedente amministrazione verrebbero quindi archiviati, mentre i post, così come i follower, verrebbero conservati, e successivamente trasferiti “in automatico” ai nuovi account ufficiali, in una sorta di movimento tra vasi comunicanti che sposta letteralmente il pubblico da una piattaforma a un’altra.

I follower “inconsapevoli”

Qualcosa però continua a non risuonare, perché attualmente anche molti profili italiani si sono ritrovati a seguire involontariamente gli account della presidenza, seppur abbiano dichiarato di non aver mai visitato le suddette pagine, e di non aver mai nemmeno seguito i profili della precedente amministrazione.

In qualsiasi caso, in poche ore il profilo di Donald Trump è schizzato a 30 milioni di follower, così come quello del vicepresidente JD Vance arrivato a 17 milioni, e tra questi 47 milioni totali potreste esserci anche voi a vostra insaputa.

L’amministrazione “social”

Le immagini del giuramento di Trump hanno fatto il giro del mondo, e non è un mistero che mentre il presidente giurava sulla Bibbia appartenuta ad Abramo Lincoln, a fargli da cheerleader sugli spalti c’erano gli uomini più ricchi del mondo tra cui anche il patron di Meta, Mark Zuckerberg. Non è assurdo quindi pensare che Mark abbia cominciato a fare dei “piccoli” cambiamenti nella sua azienda multimiliardaria, per compiacere il multimiliardario a capo della Nazione, per riservarsi un posticino sul carro dei vincitori regalandogli magari qualche follower e una risonanza mediatica senza precedenti.

La simile vicenda di Cambridge Analytica

Meta era già stata al centro di uno scandalo legato alla diffusione delle informazioni personali degli utenti per scopi politici nel 2016, proprio in occasione della prima corsa alla presidenza di Donald Trump. Varie organizzazioni politiche avevano utilizzato queste informazioni ottenute dalla violazione dei dati personali degli utenti, per provare ad influenzare l'opinione pubblica in occasione delle campagne elettorali di Donald Trump e Ted Cruz, senatore repubblicano del Texas.

Mark Zuckerberg si era dapprima scusato in diretta alla CNN, definendo la situazione "un problema", "un errore", ma facendo anche leva sull'esistenza del Diritto di accesso ai dati personali da parte della piattaforma. In qualsiasi caso, la vicenda aveva visto Meta Platforms, la società madre di Facebook, affrontare conseguenze legali importanti e risarcimenti per svariati miliardi di dollari. Che si tratti di nuovo di errori anche in questo caso?

Immagine di copertina: Depositphotos.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Chiara Cipolloni
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