Allora, questa benedetta diretta televisiva sul caso Almasri si farà o non si farà? E perché fino alla fine ha costituito il fronte più rovente dello scontro tra i partiti?
Le opposizioni compatte a chiederla, la maggioranza spaccata e indecisa sul da farsi. Certo, il centrodestra avrebbe preferito che sulla storia del generale libico accusato di ogni nefandezza nei confronti dei migranti scendesse quanto prima il silenzio: ragazzi, non ne parliamo più. Del resto, anche all'interno dei partiti che sostengono Giorgia Meloni non sono affatto pochi coloro i quali (ma a telecamere spente) ammettono che è stata una vicenda gestita male, con un pasticcio mediatico.
Fatto sta che, ieri, il presidente della Camera Lorenzo Fontana non ha potuto resistere sul fronte del no a una richiesta pervenuta tramite comunicato congiunto del centrosinistra che reclamava la diretta.
Risultato: oggi, appuntamento davanti agli schermi alle 12:15 per i cittadini-elettori-telespettatori con replica (siamo pur sempre in regime di bicameralismo perfetto) alle 15:30 da Palazzo Madama.
E insomma: senza stare a ricordare la nemesi storica del centrosinistra che, Nilde Iotti presidente della Camera, non amava affatto le telecamere in Aula, a prendere carta e penna e a pretendere che oggi, mercoledì 5 febbraio 2025, i palinsesti Rai venissero stravolti con la doppia diretta dalle aule del Parlamento sono stati Chiara Braga per il Partito Democratico, Riccardo Ricciardi del Movimento Cinque Stelle, Luana Zanella di Alleanza Verdi e Sinistra, Matteo Richetti di Azione, Davide Faraone di Italia Viva e Riccardo Magi di Più Europa. En plein: tutti compatti.
Peccato che la diretta tv non possa costituire un caposaldo del prossimo programma elettorale con il quale il centrosinistra vorrà presentarsi in alternativa al centrodestra di Giorgia Meloni, altrimenti sarebbe stato un gioco da ragazzi inserirlo nell'elenco delle promesse:
Questo è stato il messaggio che i capigruppo di minoranza hanno mandato a Lorenzo Fontana dopo che il presidente del Senato Ignazio La Russa, sprezzante del pericolo, aveva già dato l'ok alla diretta tv dal Senato.
Il presidente della Camera Lorenzo Fontana, davanti alla richiesta del centrosinistra, con i suoi non ha potuto far altro che allargare le braccia. Come dire: "Ragazzi, ci tocca!".
Poi, a dirla tutta, ha anche diramato una risposta che tra le righe ha tradito il nervosismo che serpeggia per il caso Almasri nel centrodestra:
Visto che il centrosinistra si era ritrovato compatto attorno al tema, il riferimento non poteva che essere al centrodestra.
E comunque: cosa devono attendersi gli elettori-telespettatori che alle 12:15 di un giorno feriale avranno l'opportunità di stare a casa, la voglia di accedere la tv e quella di seguire il dibattito televisivo, magari mentre saranno impegnati in cucina o ad apparecchiare?
Beh, un bel teatrino. Nel senso che le posizioni sono note: il centrosinistra accuserà con toni più o meno aspri il governo di aver mandato a casa un boia dopo che per anni ha giurato tolleranza zero verso l'immigrazione clandestina e - per utilizzare un termine della Meloni - la "mafia" dei trafficanti di esseri umani che c'è dietro.
I ministri che saranno sott'accusa e che si siederanno tra i banchi del governo, quello della Giustizia Carlo Nordio e quello dell'Interno Matteo Piantedosi, cercheranno di parare i colpi, limitare i danni d'immagine, e magari spiegare che è stata una scelta politica di cui si prendono la responsabilità avendo valutato tutti i pro e i contro nel trattenere Almasri in carcere qui in Italia.
Saranno due le domande attorno alle quali, senza la presunzione di voler spoilerare nulla, ruoterà tutto il dibattito parlamentare.
La prima: perché Almasri è stato arrestato a Torino prima di avvertire il Guardasigilli?
La seconda: perché Nordio ha scelto il silenzio sull'arresto, così che la Corte d'Appello non ha potuto che scarcerarlo?
Secondo l'analista politico della Stampa Marcello Sorgi, se i ministri volessero e potessero dire la verità, basterebbe che leggessero il testo dell'ordinanza della Corte d'Appello con cui Almasri è stato scarcerato prima di essere riaccompagnato in Libia con un aereo di Stato:
Per Sorgi, molto probabilmente, Nordio non l'avrebbe autorizzato per motivi di sicurezza nazionale.
Ma gli elettori-telespettatori si sarebbero persi lo show in diretta televisiva su cui l'opposizione conta tanto per guadagnare qualche punto nei sondaggi. Occorrono i popcorn.