Dopo settimane di pressing dell'opposizione sulla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, arriva in Parlamento la mozione di sfiducia del M5S per la Ministra del Turismo Daniela Garnero Santanchè.
Il partito guidato da Giuseppe Conte ha presentato una doppia richiesta di sfiducia alla Camera e al Senato per la vicenda giudiziaria relativa al caso Visibilia.
Si tratta della seconda mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni nei confronti della ministra, la prima risale all'aprile del 2024 e fu bocciata dal Parlamento grazie al voto compatto del centrodestra.
Allora l'esito fu scontato, e probabilmente lo sarà anche per la mozione attuale.
La ministra Santanchè si è detta tranquilla, mentre nel centrosinistra si lavora per arrivare compatti alla votazione finale, consapevoli che rispetto a dieci mesi fa molte cose sono cambiate anche all'interno della maggioranza.
Rispetto ad aprile 2024, quando la maggioranza bocciò compatta la richiesta di sfiducia nei confronti della Ministra del Turismo Daniela Santanchè, sono cambiate alcune cose e non solo nella posizione dell'esponente di Fratelli d'Italia, ma nella stessa maggioranza di Governo.
La mozione di sfiducia sarà discussa lunedì 10 febbraio a Montecitorio e Santanchè ci arriva con un processo alle porte (il procedimento per il caso Visibilia inizierà il 20 marzo) e con ancora aperto il caso relativo alla cassa integrazione Covid.
Una situazione processuale complessa che avrebbe portato la presidente Giorgia Meloni a valutare di chiedere un passo indietro alla sua ministra. Secondo i rumors di palazzo la richiesta sarebbe stata anche avanzata, ma rifiutata dall'imprenditrice.
Daniela Santanchè ha smentito che le sia stato richiesto di dimettersi e ha confermato l'intenzione di restare al suo posto almeno fino a quando non si conoscerà la decisione dei giudici per la vicenda della Cig Covid (la prossima udienza è fissata per il 26 marzo).
La maggioranza si appresta ad affrontare questa nuova mozione di sfiducia con uno stato d'animo diverso rispetto ad aprile, ma la ministra Santanchè non dovrebbe correre rischi neanche questa volta.
La linea che sembra essere passata nella maggioranza, infatti, è di sostenere l'esponente di Fratelli d'Italia in attesa dei prossimi sviluppi giudiziari e processuali. Il centrodestra dovrebbe quindi votare compatto contro la sfiducia.
Questa volta la ministra dovrebbe essere presente alla discussione in Aula, ma non è stato comunicato se interverrà.
Termometro dell'umore in maggioranza è, invece, la decisione dei partiti di non intervenire nel dibattito in aula. Una decisione che, secondo quanto trapelato da fonti interne al centrosinistra, sarebbe stata dettata dalla necessità di contingentare i tempi del dibattito che in questo modo verrebbero dimezzati. Il risultato, però, sarà quello di lasciare le accuse dell'opposizione senza una difesa.
Non è ancora stata stabilita una data per la votazione finale che in un primo momento avrebbe dovuto svolgersi martedì 11 febbraio. Potrebbe slittare a giovedì 13 o addirittura ai primi giorni di marzo.
La diretta interessata però si dice tranquilla in merito alle vicende giudiziarie che la vedono coinvolta e questa mattina – domenica 9 febbraio – rispondendo alle domande dei giornalisti a margine della visita alla Borsa Internazionale del Turismo, ha dichiarato:
La mozione di sfiducia è stata presentata solo dal Movimento5Stelle, ma ha già incassato l'appoggio di Alleanza Verdi e Sinistra.
Il PD non ha ancora espresso una posizione, ma il fatto di non aver presentato una propria mozione farebbe pensare a un appoggio a quella del partito di Giuseppe Conte, come già accadde in occasione della mozione bocciata ad Aprile.
Il vicepresidente del M5S, Michele Gubitosa, auspica l'unità dell'opposizione che anticipa la possibilità di un voto favorevole anche di +Europa, che ad aprile non aveva risposto alla chiamata.
Ad aprile votarono a favore della sfiducia anche i deputati di Azione, con alcune defezioni. Resta l'incognita di Italia Viva che la prima volta votò contro insieme alla maggioranza. Il leader Matteo Renzi spiegò che non avrebbero votato la sfiducia per un avviso di garanzia o per un rinvio a giudizio.
La mozione di sfiducia contro Santanchè fu bocciata con 213 voti contrari, 121 favorevoli e 3 astenuti. Tutto il centrodestra votò contro, i deputati Südtiroler Volkspartei si astennero.