21 Feb, 2025 - 13:00

Esenzioni e sconti Tari 2025: quando non devi pagare la tassa sui rifiuti

Esenzioni e sconti Tari 2025: quando non devi pagare la tassa sui rifiuti

Dopo la pubblicazione delle Linee guida per la Tari 2025, è il momento di spiegare qualcosa in più sulla disciplina del tributo, spiegando quando è dovuto dai cittadini, ma soprattutto le esenzioni in vigore.

Nell’articolo, infatti, mi soffermerò soprattutto sui casi in cui la Tassa sui rifiuti non deve essere pagata e le eventuali esenzioni in vigore. Iniziamo subito parlando delle ultime novità, per poi passare al cuore dell’articolo: quando non si paga l’imposta.

Cosa prevedono le nuove Linee guida Tari 2025

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha diffuso le Linee guida per il 2025, relative alla determinazione del piano finanziario e dei costi della Tari.

Le Linee guida Tari 2025 offrono un metodo standardizzato, destinato ai Comuni delle Regioni a Statuto ordinario, con l'obiettivo di uniformare i criteri di calcolo e garantire maggiore trasparenza nella determinazione delle tariffe.

Il metodo per calcolare la Tari è ormai standardizzato e deve essere adottato dai Comuni al fine di uniformare le tariffe e garantire la massima trasparenza.

La principale novità di quest’anno consiste nell’utilizzo più accurato del fabbisogno standard, con l’obiettivo di evitare la sovrastima o la sottostima dei costi del servizio e di determinare tariffe più aderenti ai reali costi di gestione e raccolta dei rifiuti.

Quando non si paga la Tari 2025

Il presupposto della Tassa sui rifiuti è il possesso o la detenzione di locali o aree scoperte suscettibili alla produzione di rifiuti. Secondo il comma 641 della Legge di Stabilità 2014, che definisce le regole del tributo, sono escluse le aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili, non operative, e le aree comuni condominiali non detenute in via esclusiva.

Le date di pagamento della Tari variano a seconda del Comune, così come il numero di rate, che può essere di due o quattro.

Soffermiamoci, più nello specifico, su chi non deve pagare la Tari 2025. Nella fattispecie, non si paga su:

  • Aree condominiali comuni e non utilizzate in via esclusiva;
  • Aree in cui non si producono rifiuti in modo autonomo, ovvero cantine, terrazze, balconi;
  • Aree pertinenziali scoperte o accessorie di locali già soggetti a tributo;
  • Immobili disabitati;
  • Locali che, a causa di situazioni particolari, non sono suscettibili alla produzione di rifiuti.

In tutti i casi sopra elencati, si deve richiedere al Comune di ubicazione dell’immobile o dell’area l’esenzione dal pagamento del tributo.

Chi ha diritto a uno sconto sull’imposta

In aggiunta alle esenzioni di cui sopra, ci sono molti altri casi in cui si ha diritto allo sconto sulla Tari, anche nel 2025.

Le riduzioni sono di natura obbligatoria e facoltativa, a seconda che siano previste a livello nazionale o a discrezione degli enti locali.

Quelle obbligatorie sono le seguenti:

  • Le riduzioni della quota variabile proporzionale alle quantità di rifiuti speciali assimilati agli urbani che il produttore dimostra di aver avviato al riciclo sono disciplinate dal Comune attraverso un apposito regolamento;
  • Riduzione per mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti/effettuazione del servizio: il tributo è dovuto nella misura massima del 20%;
  • Riduzione per le zone in cui non è effettuata la raccolta: il tributo è dovuto nella misura massima del 40%.

Gli enti locali possono prevedere anche altri sconti, come:

  • Case con unico occupante;
  • Immobili, case e locali per uso stagionale;
  • Abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano la dimora, per più di sei mesi all’anno, all’estero;
  • Fabbricati rurali a uso abitativo;
  • Attività di prevenzione nella produzione di rifiuti, con riduzioni tariffarie proporzionate alla quantità di rifiuti non prodotti.

Cosa devi sapere in sintesi

Il testo spiega le principali novità introdotte dalle Linee guida per la Tari 2025, che mirano a uniformare i criteri di calcolo e garantire maggiore trasparenza nelle tariffe. Viene sottolineato l'uso più preciso del fabbisogno standard per evitare errori nella stima dei costi.

Si descrivono le situazioni in cui non si è tenuti a pagare la Tari, come per aree comuni non utilizzate in modo esclusivo o locali disabitati.

Inoltre, si evidenziano le esenzioni e le riduzioni disponibili, tra cui quelle obbligatorie per i rifiuti avviati al riciclo e per specifiche zone o situazioni. Gli enti locali possono anche applicare ulteriori sconti in base a circostanze particolari.

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Sara Bellanza
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