03 Mar, 2025 - 11:17

La versione di Trump: quando per cambiare la storia basta mentire

La versione di Trump: quando per cambiare la storia basta mentire

Quando da piccoli abbiamo studiato i tragici avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale ci siamo chiesti più o meno tutti come fosse stato possibile generare un odio così feroce nei confronti di un intero popolo, tanto feroce da portare l’umanità a non battere ciglio di fronte alle camere a gas. La risposta probabilmente sta nel sistema di educazione e indottrinamento che la Germania nazista e l’Italia fascista avevano creato a supporto delle politiche in atto; un sistema che coinvolgeva il rivoluzionamento delle istituzioni scolastiche attraverso riforme specifiche, come ad esempio la Riforma Gentile; la creazione di un ministero della propaganda e il pieno controllo dei mezzi di informazione e intrattenimento tra cui il settore cinematografico e televisivo. Avere il controllo dei mezzi di informazione e di comunicazione aveva reso possibile per i due regimi l’ardua impresa di ottenere un enorme consenso popolare nonostante le atrocità commesse durante la guerra, e se questo ci sembra ormai acqua passata dovremmo ricrederci, perché guardando un po’ più in là verso la “the land of freedom” si possono già intravedere dei movimenti “particolari”. 


Scollegandoci per un attimo dall’idea “scolastica” dell’indottrinamento attraverso metodi coercitivi, e trasponendola invece alle moderne tecniche di influenza social, possiamo dire senza troppo allarmismo che il video ASMR pubblicato dal profilo ufficiale della Casa Bianca, in cui vediamo e soprattutto sentiamo la deportazione di alcuni immigrati fuori dal paese, risponde proprio al fine ultimo di rendere appetibile, se non desiderabile, la deportazione di esseri umani in catene. Donald Trump ha inoltre pubblicato sui suoi canali ufficiali un video fatto con l'intelligenza artificiale dove Gaza appare come una Dubai del futuro con bambini che giocano, dollari che cadono dal cielo e dove si vede lui stesso prendere il sole in spiaggia insieme a Netanyahu. E no, non è uno scherzo né un errore del suo team di comunicazione, ma la folle narrativa che il Tycoon sta portando avanti.


La narrazione MAGA e gli immigrati come “alieni” 


Ma in fondo questo video, per quanto raccapricciante, è solo l’ennesimo tentativo di portare avanti una narrazione inquietante, quella del MAGA, ossia del “Make America Great Again” che per sussistere deve includere anche un “nemico” da combattere, in una relazione duale che vede gli USA difendersi contro “l’invasione aliena” dei migranti irregolari. E anche in questo caso la parola “aliena” non è stata scelta in maniera casuale, perché è proprio questo il termine con il quale l’amministrazione Trump si riferisce agli immigrati irregolari, sin dall’inizio della campagna elettorale del 2024. Durante il comizio tenuto in Michigan, Trump ha infatti definito gli immigrati irregolari "animali" e "non umani", "alieni criminali" che “devono tornare a casa loro”, creando un orribile precedente che istituzionalizza di fatto un lessico che non solo demonizza chi emigra, ma soprattutto deumanizza uno specifico gruppo di individui, paragonandoli a degli animali. 


Il ribaltamento totale della realtà e l’appoggio alla Russia.


Qualcuno potrebbe a questo punto obiettare che sono solo delle infelici scelte lessicali, e che l’utilizzo di alcuni termini è funzionale alla campagna elettorale a prescindere da un ipotetico tentativo di plasmare e modificare la narrazione sociale e politica della realtà. Ma giorno dopo giorno questa ipotesi sembra svanire per lasciare spazio ad una realtà ancora peggiore, una realtà nella quale il presidente degli Stati Uniti d’America arriva a rinnegare la responsabilità Russa nel conflitto con l’Ucraina, affermando che “l'Ucraina non avrebbe dovuto iniziare la guerra” e che il premier ucraino Volodymyr Zelensky è un “dittatore senza elezioni”. Insomma Trump cambia il giorno con la notte e senza nessuno scrupolo ne aderenza ai fatti, ribalta la situazione e accusa l’Ucraina di aver dato il via alla guerra contro la Russia, ben consapevole che tre anni fa fu proprio il Cremlino a lanciare il primo missile. Inoltre, riferendosi al primo ministro ucraino, con le sue dichiarazioni Trump ignora volutamente il fatto che in un periodo di guerra vige la legge marziale, durante la quale sono vietate le elezioni. Ed è la Costituzione ucraina a vietarle, e anche se le permettesse, le condizioni attuali renderebbero impossibile garantire un processo equo. Con una parte del territorio occupata, milioni di cittadini sfollati e continui attacchi russi, organizzare le elezioni, presidenziali e parlamentari, sarebbe impraticabile. 
Inoltre, in questo contesto, la maggioranza degli ucraini sostiene la decisione di posticipare le elezioni fino alla fine del conflitto. Un sondaggio condotto nel 2023 dall’Istituto Internazionale di Sociologia di Kyiv ha rivelato infatti che l’81% degli intervistati ritiene che le elezioni debbano essere convocate solo dopo la conclusione della guerra, sottolineando il consenso popolare sulla necessità di una stabilità e sicurezza che al momento non possono essere garantite.


Amici o nemici, comunque alleati 


E Trump questo lo sa bene, così come lo sanno tutti i suoi omonimi, ma in un momento storico in cui la verità è meno importante della notiziabilità, chi la spara più grossa ottiene una maggiore attenzione. Così mentre Trump stringe patti con Putin, ribaltando anche la narrazione che vedeva gli Stati Uniti d’America in una perenne Guerra Fredda con la Russia (ora sostituita dalla Cina), l’Europa si divide tra chi tenta di ostacolare questa operazione di riscrittura della realtà, e chi invece vede negli USA ancora un alleato. 
E questa nuova amicizia tra Putin e Trump trova spazio anche nei documenti ufficiali, come si legge dalla prima versione del comunicato del G7, nella quale gli Stati Uniti si oppongono alla definizione della Russia come "paese aggressore" in relazione all'invasione dell'Ucraina. Questo documento, redatto il 24 febbraio, giorno in cui intercorre il terzo anniversario del conflitto, riflette di fatto le posizioni delle principali democrazie mondiali. La richiesta americana, confermata da fonti diplomatiche, è l’ennesimo elemento che riconferma il cambio di rotta americano.


La realtà non è un’opinione ma è plasmata dal dibattito sociale 


Trump sta sfidando la verità, e sta operando in modo tale da ridefinire la storia, gli avvenimenti del passato ma anche del presente, ristabilendo cosa sia vero e cosa no. Un’operazione pericolosa, che potrebbe portarci a dover fare di nuovo i conti con un potere assoluto. L’appoggio di Musk così come il sostegno degli altri uomini più ricchi del mondo come Bezos, Pichai e Zuckerberg, lo rende di fatto padrone del mercato globale della comunicazione e delle nuove tecnologie che la veicolano. Se a questo si somma la connivenza di alcuni leader europei e la profonda crisi sociale che caratterizza questo periodo storico, non è difficile immaginare una sua ipotetica ascesa dittatoriale. La realtà esiste al di là delle opinioni individuali, ma il modo in cui la percepiamo e la interpretiamo è profondamente influenzato dal dibattito sociale. Le idee, le narrazioni collettive e il confronto pubblico modellano il significato che attribuiamo agli eventi e ai fenomeni. In questo senso, la realtà non è statica né assoluta, ma un costrutto in continua evoluzione, determinato dall'interazione tra fatti oggettivi e il contesto culturale in cui vengono discussi e compresi. E di questo dobbiamo esserne consapevoli.

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Chiara Cipolloni
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