"Matrimonio all'italiana" ha compiuto 61 anni il 18 dicembre 2024, ma è proprio la sua contemporaneità a render tale capolavoro degno di esser definito tale.
Ad emergere, in primo luogo, è la straordinaria interpretazione di Sophia Loren e di Marcello Mastroianni (una delle coppie cinematografiche più affiatate ed efficaci di sempre) che unita al lavoro di Vittorio De Sica e di Eduardo De Filippo è in grado di far emozionare, tra i bellissimi scenari napoletani.
Tuttavia, un elemento molto importante è la psicologia dei suoi protagonisti che riflette dei fenomeni sociali e relazionali ancora ben radicati nella nostra società, nonostante vi sia una maggiore consapevolezza e conoscenza a riguardo.
Uno di questi è chiaramente la dinamica del gaslighting che emerge nel personaggio di Domenico Soriano, il quale diventa burattinaio di Filumena Marturano privandola del coraggio di reagire. Ma è giusto dover accettare di esser burattini e non protagonisti della propria vita?
Il gaslighting è una forma di manipolazione che spinge la vittima a dubitare di se stessa e della percezione che ha della realtà.
Filumena si ritrova, infatti, a credere a delle promesse di concretezza relazionale che verranno strumentalizzate, per anni, per condurla in una dimensione di subordinazione.
Rinuncerà, per molto, ai propri desideri pur di aiutare e di restare al fianco di un uomo che continuerà a ripartire, senza preavviso, e farle ghosting intrattenendosi, per di più, con altre donne sia in sua assenza che in sua presenza.
Tuttavia, la protagonista stravolgerà la situazione riuscendo a far valere i propri diritti e quelli dei propri figli, accompagnando se stessa in un percorso di consapevolezza e crescita personale, che si concretizzerà nel pianto.
Piangere, che tutt'oggi è visto come sinonimo di debolezza, diventa manifesto di forza, intraprendenza e coraggio. Il dramma affrontato con sfrontatezza ed un finale felice coronato dalle lacrime che potrebbero sembrare un contrasto, in questo caso, dimostrano coerentemente quanto il sentire umano non sia fatto solo di bianco e nero ma di mille colori.
La risposta è sicuramente nella constatazione che la vita relazionale ha insita in sé la possibilità di essere migliore di un film se si riesce a rinunciare alle giostre emotive che sono molto dannose nella vita reale, seppur risultino funzionali per i plot twist in ambito cinematografico.
I film come "Matrimonio all'italiana", soprattutto in noi donne, dovrebbero aiutare a far accendere la scintilla della risolutezza. Tuttavia, non dovrebbero assolutamente sostituirsi a noi stesse perché la serenità è importante, ma è una scelta che va intrapresa consapevolmente.
È importante ricordare quanto l'arte sia fatta anche di fantasia e nonostante il cinema odierno sia molto più attento al linguaggio utilizzato, ai messaggi trasmessi e all'inclusione, dobbiamo imparare ad utilizzarli come strumenti senza rinunciare al nostro senso critico, al lavoro degli specialisti, all'educazione ricevuta e al nostro equilibrio psico-fisico.
I rapporti che valgono la pena di esser vissuti (qualsiasi essi siano sia d'amicizia che d'amore) non renderanno mai la tranquillità un qualcosa a cui si debba rinunciare, poiché hanno come unico risultato la reciprocità e l'altruismo.
A cura di Roberta Gentile.