Un po' Marx, un po' Peron: è stato questo Alessandro Barbero, lo storico più famoso d'Italia che, dopo la pensione universitaria, ormai sembra pronto per il grande salto in politica. Quota Movimento Cinque Stelle, naturalmente. Chè ieri Giuseppe Conte non stava nella pelle a presentarlo e lui, sebbene con un messaggio registrato, è stato capace con la sua retorica di riscaldare i cuori dei manifestanti per la pace senza se e senza ma che si sono radunati lungo i Fori Imperiali.
Ma cosa ha detto il professore originario di Torino che riempie teatri e arene per le sue lectio come se fosse una rockstar?
Di sicuro, nulla che avrebbe condiviso il suo maestro: lo storico Marc Bloch, cofondatore della Ècole des Annales, "la base della storiografia più moderna", come ha avuto modo di ricordare Nicola Mirenzi sul Foglio di giovedì.
Le parole di Alessandro Barbero alla manifestazione per la pace
E quindi: un Conte per sua fortuna senza cravatta, ha presentato Alessandro Barbero, uno dei suoi assi nella manica così:
Ci teneva a essere qui di persona, ma non ce l'ha fatta. E' un grande storico: Alessandro Barbero! La storia deve insegnarci qualcosa!
E caspita se lo deve fare, caro Conte. E vediamo questa storia, riletta con un occhio di Marx e uno di Juan Domingo Peron, che ci insegna. Trascrizione letteraria:
Dispiace non essere fisicamente lì con voi in piazza, ma ci sono con il cuore. Io che sono uno storico che posso dire in un'occasione come questa? Beh, a noi storici, spesso, chiedono: ma la nostra epoca, quella che stiamo vivendo, a quale epoca del passato assomiglia? Io, negli ultimi tempi, inizio ad avere sempre più l'impressione che la nostra epoca assomigli paurosamente agli anni che hanno preceduto lo scoppio della Prima guerra mondiale, nel 1914
E in effetti è interessante conoscere le ragioni di questo raffronto, ammesso che la storia poi si ripeta.
Il raffronto con l'Europa del 1914
Con un messaggio registrato che viene trasmesso su un maxischermo alla piazza del Movimento Cinque Stelle, Barbero sostiene:
Nel 1914 l'Europa usciva da un lungo periodo di pace. Certo: sempre se uno non guarda le guerre nei Balcani, le guerre coloniali in cui tutti i Paesi europei si erano imbarcati. Persino noi italiani ne avevamo fatte due! Una in Etiopia e l'altra per conquistare la Libia...
Qui urge un primo stop: l'Italia ha attaccato la Libia nel 1911, ma l'Etiopia nel 1935, in piena epoca fascista. E comunque: di nuovo play con Barbero:
Ma se uno non guarda quello, effettivamente, l'Europa usciva da un lungo periodo di pace. E anche adesso usciamo da un lungo periodo di pace. Quasi: anche adesso se dimentichiamo i Balcani, la Jugoslavia, il bombardamento di Belgrado, se dimentichiamo le guerre coloniali che ci sono anche adesso
Aristop!
Uno: con "Balcani, Jugoslavia e Belgrado", Barbero fa riferimento evidentemente alla stessa guerra. Ma senza dire che nazioni e popoli di quella Jugoslavia (che usciva dalla dittatura comunista di Tito), nel frattempo, hanno conquistato libertà e prosperità aderendo all'Unione Europea. Persino in Serbia i giovani stanno facendo scoppiare una primavera.
Due: non si sa a quali guerre coloniali dei Paesi dell'Europa Barbero faccia riferimento. Gli ultimi colpi di Stato nella fascia sub sahariana sono stati architettati dalle milizie russe.
E comunque: vai, prof!
Comunque è vero che i grandi Paesi dell'Occidente non si sono fatti più la guerra. E allora come mai nel 1914 l'Europa è precipitata nella guerra più spaventosa di tutti i tempi? Il guaio è che se uno va a vedere da vicino come era quel mondo che assomigliava molto a quello di oggi, non è così strano! Intanto, in quei lunghi anni di pace, di guerra parlavano continuamente! Della prossima guerra parlavano continuamente. C'era persino un genere letterario che oggi è stato dimenticato ma che all'inizio del secolo faceva furore: gli storici della letteratura lo chiamano la letteratura dell'invasione o della prossima guerra. In tutti i Paesi, non solo d'Europa ma del mondo, uscivano romanzi che raccontavano come il nostro Paese presto sarà invaso da un feroce nemico
Stop, stop, stop. A Barbero si ricorda che oggi, nella nostra epoca, una guerra in Europa l'abbiamo perché il 24 febbraio 2022 la Russia di Putin ha invaso (nuovamente) un Paese sovrano quale l'Ucraina. E non c'è nulla di romanzesco in questo.
Perché Barbero è contro le alleanze (leggi Nato)
Vai prof:
E quindi: si diceva che l'Inghilterra nel 1910 sarà invasa dai francesi o dai russi. Poi sempre più spesso dai tedeschi. Questi romanzi si pubblicavano in una quantità enorme di copie. Milioni di copie! Tutti li leggevano! E raccontavano tutti la stessa storia: il nostro Paese è debole, è troppo debole, siamo circondati da nemici cattivissimi! Dobbiamo riarmarci perché non siamo abbastanza sicuri! E l'opinione pubblica, intossicata sentendo parlare continuamente della prossima guerra e dei malvagi nemici che ci minacciano, ha cominciato a chiedere sicurezza, armamenti e alleanze!
A questo punto, viene fuori una teoria alquanto bizzarra di Barbero: se l'uomo ha cercato da sempre amici per essere più sicuro, il prof più amato da Conte sembra invece avere tutt'altra idea: meglio che ognuno stia da solo:
Una risposta dei governi alla fine dell'Ottocento, allora, è stata: beh, allora cerchiamo deglia lleati! Nell'illusione che da soli si sia in pericolo e che se invece si hanno degli alleati sei più sicuro. Peccato che le alleanze producano anche degli effetti inaspettati: 1894, alleanza tra Francia e Russia; 1904, alleanza tra Francia e Inghilterra. E immaginate i Paesi che rimangono esclusi da queste alleanze! All'epoca era la Germania. Al che, i tedeschi cominciano a dirsi ma queste alleanze le stanno facendo contro di noi! Ma noi siamo minacciati da queste alleanze! Poi le alleanze faranno sì che alla prima scintilla che esplode nei Balcani tutti questi Paesi siano costretti a entrare in guerra uno dopo l'altro perché sono vincolati dalle allenze...
Stop! Si capisce, quindi, che Barbero non concepisce nemmeno il diritto internazionale. Il prof è per un ordinato ritorno alle caverne: l'uomo è felice (e sicuro) solo se sta chiuso nel suo recinto nazionale.
E poi: ogni riferimento all'articolo 5 dello Statuto della Nato, quello che stabilisce che un attacco armato contro uno dei Paesi membri equivale a un attacco contro tutti gli altri, principio della difesa collettiva che ha assicurato gli ultimi 80 anni di pace, è evidentemente non casuale.
Perché Barbero è contro il riarmo
Provaci ancora, prof!
Il riarmo è pazzesco! Negli ultimi 5 anni prima dello scoppio della Prima guerra mondiale, le grandi potenze europee, compresa l'Italia che era l'ultima delle grandi potenze (sogghigna, ndr), aumentano le spese militari del 50% in media in pochi anni. Di nuovo: nell'illusione di essere più sicuri!
Stop: da noi da anni ci si batte per portare la spesa militare al 2% del Pil.
Vai prof!
Questa faccenda dell'illusione della sicurezza è proprio un paradosso! L'Inghilterra ha la più grande flotta del mondo, domina i mari, si sente sicura. La Germania si sente minacciata, soffocata dalla potenza dell'Inghilterra e decide di armarsi, di costruire anche lei una grande flotta: così saremo più sicuri, più forti! L'Inghilterra vede che i tedeschi costruiscono una grande flotta e improvvisamente non si sente più sicura e perciò investe per aumentare ancora gli armamenti, per crescere ancora la flotta. I tedeschi vedono che gli inglesi investono ancora per rafforzare la flotta e sono costretti a spendere sempre di più anche loro. E l'unico risultato è che in entrambi i Paesi si diffonde il nervosismo, la sensazione di insicurezza, la sensazione che l'altro è il nemico...
Stop: di tutto questo, peccato che Freud non ci abbia detto niente.
Barbero contro il servizio militare
E comunque, vai prof:

Sul continente, invece, la Germania si sente tranquilla: aveva il più potente esercito del mondo. Chi non era sicura era la sua vicina: la Francia! I francesi pensano: dobbiamo riarmarci per essere più sicuri. All'epoca, c'era il servizio militare. Oggi ne sentiamo parlare come una cosa che magari andrebbe reintrodotta dopo che ce n'eravamo liberati, grazie al cielo! All'epoca c'era dappertutto e durava tantissimo. Ma i francesi pensano che non durava abbastanza. Nel 1913, il parlamento francese decide che dobbiamo essere più sicuri e avere un esercito più forte. Quindi, il servizio militare lo allunghiamo a tre anni! I tedeschi vedono questo e si dicono: i francesi si rafforzano, non siamo più sicuri! Dobbiamo rafforzarci anche noi perché presto non saremo più i più forti! Dobbiamo rafforzarci! E forse, visto che per il momento siamo ancora noi i più forti, è meglio farla ora questa guerra! Finché siamo in tempo! I libri che parlano della prossima guerra, a quel punto, non sono più romanzi. Ma i libri dei generali. Nel 1914 il generale tedesco Erich von Falkenhayn dice: siamo pronti! La guerra prima è, meglio è!
L'ultima speranza di Barbero
Beh: da almeno il 2014, anno dell'invasione russa della Crimea, sarà lo stesso gioco psicologico capitato a qualche alto graduato del Cremlino. Ma tant'è: Barbero non ne fa cenno. Chiude così:
Io ogni tanto mi dico: ma no, non è vero che la nostra epoca somiglia tanto a quella! Ci sono tante differenze! Però alla fine, guardate, io credo che dipenderà essenzialmente da noi fare in modo che davvero questa nostra epoca non assomigli troppo a quella che ha preceduto il suicidio dell'Europa nel 1914
Lezione finita. Applausi dal Movimento Cinque Stelle. La storia deve insegnarci qualcosa, ma sul serio.