Ospite della trasmissione "Calibro 8", condotta da Francesco Borgonovo su Radio Cusano Campus, il professore Alessandro Orsini ha offerto un'analisi sul futuro della guerra in Ucraina e sulla posizione dell'Europa. Secondo Orsini, l'Europa sta prendendo una strada pericolosa accrescendo la probabilità di un conflitto con la Russia.
L’Europa ha scelto la via della guerra con la Russia? Secondo Alessandro Orsini, ospite di "Calibro 8" su Radio Cusano Campus, il continente europeo si sta preparando, anche se è difficile prevedere ciò che avverrà in futuro.
L'Unione Europea, insieme alla Gran Bretagna, ha davanti a sé due strade, dice Orsini: ridurre o accrescere la probabilità di una guerra futura. Il professore avverte poi sulla serietà dell’attuale situazione tra le potenze mondiali. Orsini afferma che “tutte le mosse che stanno facendo i leader europei accrescono la probabilità” di un eventuale conflitto.
Le sue parole riaccendono il dibattito su una questione che in molti fingono di non vedere: quanto le scelte politiche e militari attuali siano davvero orientate alla dissuasione o piuttosto alimentino un eventuale spirale di tensione. La riflessione sulla responsabilità strategica dell’Europa appare più che mai necessaria.
Con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, Washington ha cambiato approccio verso la guerra in Ucraina soprattutto in materia di sostegno militare ed economico. Trump punta a raggiungere una tregua tra Russia e Ucraina. Sebbene il presidente americano avesse rivendicato la propria capacità di porre fine alla guerra in tempi brevissimi, questo impegno si sta rivelando difficile da mantenere. Parallelamente, Trump non vuole continuare ad armare e finanziare l’Ucraina.
L’Unione europea si differenzia? Per Orsini no. Il capo della diplomazia dell'Ue, Kaja Kallas, è stata costretta a ridimensionare il piano di supporto militare da 40 miliardi destinati a Kiev. Kallas mira a mettere in equilibrio le sensibilità di ciascuno stato membro, mentre cerca di colmare un eventuale disimpegno di Washington. L’iniziativa però è stata ampiamente impopolare.
Secondo il professore, il blocco ha ciò che serve per diventare una grande potenza: una risorsa demografica e un mercato grande. Tuttavia, manca un elemento fondamentale: la politica. Questo è ciò che potrebbe realizzare anche una difesa comune.
Dall’altra parte, la questione del riarmo europeo procede rapidamente. La Germania ha già approvato uno storico piano di investimenti. Si stima che, nel corso dei prossimi dieci anni, Berlino potrebbe destinare tra 1000 e 1500 miliardi di euro per la difesa e la modernizzazione del paese.
Orsini afferma che "la Germania ha avuto due occasioni storiche dopo la seconda guerra mondiale: il crollo del muro di Berlino e quella attuale". Questo piano di riarmo aprirebbe anche la strada a Berlino per riaffermarsi come una massiccia potenza militare.
Alessandro Orsini afferma che l’amministrazione di Trump ha come scopo quello di “scaricare i costi della Nato sull’Europa”. Il presidente americano, quindi, potrebbe anche rivendicare l’importante passo verso il riarmo tedesco come un suo successo, come afferma il professore.
Il 14 febbraio, il vicepresidente americano, JD Vance, aveva ribadito le posizioni dell'amministrazione Trump sull'Europa affermando che Washington "crede anche che nei prossimi anni sia importante che l'Europa si faccia avanti in modo significativo per provvedere alla propria difesa".