Tutto finito sul terzo mandato? Secondo la Corte Costituzionale sì. Poco più di una settimana fa è stato ribadito dalla Consulta che i presidenti della Regione possono essere eletti solo per due volte, non ci saranno altri cinque anni di governo per i governatori Vincenzo De Luca e Luca Zaia. I due presidenti di Regione erano pronti a correre rispettivamente per Campania e Veneto, forti dei tanti consensi raccolti nell'ultimo decennio.
Adesso però la partita sul terzo mandato potrebbe riaprirsi: ad anticiparlo è proprio De Luca, anche se non è ancora chiaro come. Il governatore campano farà di tutto per cercare di rimarcare il suo impegno negli ultimi dieci anni, mentre il centrosinistra non ha ancora annunciato un candidato.
Tanti i nomi che potrebbero sostituire De Luca, per ora i sondaggi sorridono al campo largo che resta il grande favorito per queste elezioni. In Veneto, la situazione è molto più confusa. La Regione è storicamente orientata verso il centrodestra e, più nello specifico, verso la Liga Veneta – storica sezione del Carroccio, spesso distante dalle decisioni di via Bellerio. Ogni partito di centrodestra avanza un proprio candidato e per ora non è ancora chiaro se l'alleanza di governo avanzerà unita in questa tornata elettorale.
"Le forze del male non prevarranno": questa è l'iconica frase del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso del suo intervento streaming dello scorso venerdì, 18 aprile. Secondo il governatore, la decisione della Corte Costituzionale sul terzo mandato non mette la parola fine alla corsa per la Regione Campania. L'accusa è al centrosinistra con il quale è in conflitto ormai dallo scorso ottobre per via del mancato sostegno per la terza candidatura alla guida della Campania.
De Luca ha spiegato con toni quasi solenni che ci saranno presto sorprese in vista delle prossime elezioni. Una dichiarazione che arriva qualche giorno dopo la sentenza della Corte Costituzionale, che ha escluso la possibilità per De Luca di candidarsi a un terzo mandato nel 2025. Il governatore ha ribadito quanto, negli ultimi dieci anni, la sua giunta abbia lavorato bene risollevando le sorti di una Regione disastrata.
Il presidente della Regione Campania non si mostra scosso di fronte alla decisione della Consulta. Anzi, pianifica e lavora nell'ombra per riuscire a gestire il futuro della Regione da lui amministrata. De Luca ha convocato la sua maggioranza per definire le prossime mosse, mentre il centrosinistra è già al lavoro per individuare un candidato unitario.
Anche con i sostenitori di De Luca che remano contro il Pd e il campo largo, non dovrebbe esserci storia. Il centrosinistra è favorito con nomi del calibro di Fico, Cantone e Costa. Non si esclude però che sul fronte deluchiano arrivino candidati: si fanno strada le ipotesi del vicepresidente della Campania Fulvio Bonavitacola e di recente è stato avanzato il nome di Lucia Fortini, assessore alla Scuola.
Sarà il candidato deluchiano la sorpresa tanto attesa? Probabile, ma non si esclude che nei prossimi giorni possa essere comunicata la data delle elezioni in Campania: si terranno realmente nel 2025? L'ipotesi di un rinvio al 2026 potrebbe portare acqua al mulino di De Luca, dandogli tempo fino a gennaio per raccogliere ulteriori consensi, anche se la rincorsa al campo largo sembra difficile.
La sentenza della Corte Costituzionale non riguarda solo Vincenzo De Luca. In Veneto si cerca in tutti i modi di trovare un candidato che possa sostituire Luca Zaia: le ipotesi sono diverse, ma nessuna sembra realmente confermata. Il Carroccio sostiene di dover scegliere il candidato, mentre Fratelli d'Italia insiste sulla tornata elettorale della scorsa estate per le europee, che ha premiato il partito di governo.
Da parte di Forza Italia è stato avanzato il nome dell'ex sindaco di Verona e avversario di Salvini, Flavio Tosi, mentre in Fratelli d'Italia sembra prevalere la possibilità di candidare il coordinatore regionale Luca De Carlo. È stato preso in considerazione anche il vicecapogruppo di FdI Raffaele Speranzon.