Una volta, era il gennaio 2014, Il Manifesto intitolò "Bergoglio e pregiudizio", con l'evidente gioco di parole che richiamava l'opera di Jane Austen e poi di Oriana Fallaci. Certo, però: non era solo un titolo ad effetto. Metteva in evidenza che, dal punto di vista politico, la figura di Papa Francesco si era già conquistato parecchi nemici. Da cardinale, da gesuita, e prima ancora da uomo di chiesa dell'Argentina, Bergoglio è stato sempre legato a doppio filo alla politica.
Dietro quella sua aria da pacioccone, da mite parroco di paese, non si celava affatto uno sprovveduto: il contrario. Bergoglio è nato, cresciuto e vissuto dando del tu al potere. Senza mai tradire le sue posizioni che sostanzialmente, come viene sottolineato più volte nella sua biografia politica curata dal professor Loris Zanatta, sono state sempre quelle di un peronista argentino, assai diffidente (per utilizzare un eufemismo) nei confronti delle democrazie liberali, dell'economia di mercato e dei valori dell'Occidente.
E insomma: si può ben dire che di nemici Bergoglio ne ha sempre avuti. Ma spesso perché è stato lui a procurarseli.
E quindi: per lui, argentino di Buenos Aires classe 1936, nemici giurati da sempre sono stati gli Stati Uniti d'America, i cosiddetti "Yankee", l'Europa degli Stati liberali, chiunque propugnasse il "demoliberalismo", che secondo lui era un modo di vivere senza Dio e senza Patria. Tant'è che quando finalmente anche nella sua Argentina si affacciò la democrazia con Raúl Alfonsín, nel 1983, per lui fu un vero e proprio colpo. Eppure, quel presidente fu uno dei pochi a denunciare le violazioni dei diritti umani della dittatura che l'aveva preceduto e, ad esempio, a non cedere alle sirene nazionaliste durante la guerra per le Falkland-Malvinas.
Bergoglio ha sempre interpretato la storia occidentale come una storia di decadenza. Il sistema liberale l'ha sempre visto come il male assoluto. Per dirla con Zanatta, "scioglieva il cittadino nel popolo, limitava la rappresentanza liberale con quella corporativa. E ribadiva la terza via nazional popolare, anticomunista e antioccidentale".
Insomma: Bergoglio è stato un uomo da combattimento pro caudillo. Per lui nemmeno Parigi è ben valsa una messa, se è vero come è vero che, a dicembre dello scorso anno, rifiutò di andare persino all'inaugurazione di Notre-Dame per evitare di farsi vedere con Macron, Trump e i potenti del mondo.
I suoi hanno sempre detto che ha preferito "le periferie". Sarà. Ma nelle periferie del mondo, con chi gli è piaciuto accompagnarsi? Con chi è migliore di Macron e Trump? In ogni caso: per questo la lista dei suoi nemici è lunga. Ma i nomi che la compongono li ha scelti lui stesso.
Il paradosso, però, è che a Bergoglio è capitato. negli anni che ha vissuto da Papa, anche di attirare l'avversione di parecchi politici per via di ciò che, in realtà, non è mai stato.
Del resto, capita a tutti di ritoccarsi il passato, di aggiustarlo al presente, di metterlo in scena per i posteri. E l'ha fatto anche lui: soprattutto una volta eletto vescovo di Roma, ha deciso cosa lasciare agli storici (con, tra l'altro, almeno due autobiografie agiografiche). Certo, però: mettendo nel conto di essere preso di mira dai partiti più estremisti. Qui in Italia, dalla Lega, ad esempio.
Lui diceva che non era nessuno per giudicare i gay? E allora, nel 2016, chi non ricorda il raduno di Pontida con le magliette "Bergoglio non è il mio Papa"?
Era ancora in vita Ratzinger. E Salvini e i suoi andavano predicando, tra un bacio al rosario e una invocazione alla Madonna, che era Benedetto XVI l'unico Papa che riconoscevano. E vabbè.
Sta di fatto che Bergoglio non è catalogabile come un uomo di destra o di sinistra. Lui è stato un peronista, quindi semplicemente né di destra né di sinistra. È stato un terzomondista. È stato persino un ecologista, ma sempre a modo suo.
In Italia, la sinistra l'ha voluto fare suo. L'ha voluto mettere nel suo pantheon. Fino all'altro giorno, ha sorriso beffardamente quando prima si è diffusa la fake news che non avesse voluto ricevere il vicepresidente degli Stati Uniti J. D. Vance e poi quando la sala stampa vaticana ha diffuso la foto con lui che riceve gli omaggi del numero due della Casa Bianca con un'aria, diciamo, alquanto perplessa
Ma che imbarazzi quando gli scappò quel "qui c'è troppa frociaggine".
Quante delusioni quando bollò il diaconato femminile come irrealizzabile.
Quante spallucce quando ha mandato a processo cardinali intervenendo per cambiare le regole del gioco mentre gli imputati erano già alla sbarra.
Quanta superficialità attorno al fatto che non è affatto provata la sua vicinanza giovanile a un ambiente "operaio e antifascista".
E quante incomprensioni attorno alla parola più scivolosa di tutto il suo percorso terreno: popolo.
Per intenderci: davvero amava il calcio? In realtà, era un argentino che odiava Maradona, un ossimoro. Davvero stravedeva per il tango? In realtà, amava la musica classica.
"Bergoglio ha voluto essere popolo anche come quando il popolo non era", ha scritto il suo biografo politico.
Più probabilmente, allora, è stato un populista più che un uomo popolare. E, in quanto tale, ha sempre spiazzato chi ragiona con le categorie occidentali di destra e sinistra. Di più: chi ragiona senza ideologismi. Del resto, per lui, il mondo non è stato mai diviso nemmeno tra democrazia e dittatura, ma tra sacro e profano. E di questi tempi è come avanzare in una foresta con gli occhi chiusi.
Tant'è che oggi a nessun adulatore e a nessun hater può sfuggire che tra i primi a mandare un messaggio di cordoglio per la sua scomparsa sia stato il criminale di guerra Putin. E che messaggio!
Putin l'ha definito "una persona straordinaria":
Quale "interazione costruttiva"? Con chi? Se la curia, sul fronte ucraino, è impegnata a riportare a casa ancora migliaia di bambini rapiti e deportati in Russia?
Il Cremlino ha sottolineato che "il presidente e papa Francesco avevano un grande rispetto uno dell'altro". E, in effetti, soprattutto sul fronte di Kiev, una Chiesa è andata già oltre Francesco. E no: a dispetto di qualche santo, Putin non è mai stato nella lista dei suoi nemici.